La componente architettonica in
Foxcroft rileva infatti la necessità di un piano di composizione
esterno, uno spazio rilevabile che è quel che apre, compone e smonta. Uno
spazio binario che formula le giuste dosi di sensazione nei confronti delle
forze messe in atto e poi trattenute, sospese. Il fattore materico, nei lavori
dellartista inglese, modifica il finito della destinazione d’uso per suggerirne
l’infinito della resa estetica. Quel che emerge da ogni curva sono i
composti di sensazioni che la materia suscita, piegata fino a mostrare le
proprie resistenze e le proprie facce, occhi fissi a parete, tassellature.
Foxcroft crea lati e volti appiattiti, ritratti di superfici povere poi
estroflesse e centrate nelle lastre fibrose di M.D.F.- Medium Density Fiberboard. I suoi lavori spesso
consistono di quattro elementi o di loro multipli e sottomultipli.
L’ordinarietà del prodotto utilizzato, edilizia prestrutturale, in questa
mostra aumenta la potenza dello spazio, configurando un respiro rituale
all’allestimento e al valore compositivo.
Le forme pure del materiale, delineate, asimmetrizzate ed educate,
trascendono dalle origini di scarti sintetici per dar vita a sequenze di
bassorilievi dalla statura scultorea. Ogni lavoro è stato appositamente creato
per gli ambienti della galleria, dove sono esposte 6 opere di piccole
dimensioni, al piano superiore, e 9 grandi lavori al piano inferiore. Qui le
lastre aumentano di misura, ingigantendo anche la complessità delle forze di
permanenza chiamate a supporto.
Né strutture né ornamenti degli spazi, le gabbie fisse di Foxcroft sono
allestite come reperti architettonici, ancestrali e immemori. Innesti materici
silenziosi nei quali, alla stregua di linee di progetto, sono stati concentrati
e sottolineati i profili regolari della materia. L’M.D.F compresso, teso,
sovrapposto e schiacciato sottende infatti alla sua stessa capacità di
flettere, pronunciandosi secondo rappresentazioni disassate della Croce. Stratificazioni agnostiche.
Per M.D.F. Works, Foxcroft dipana interventi che sfruttano
metaforicamente la struttura della galleria (muri, pavimento e aria inclusa)
pur di sostenere il peso della presenza e la sua matrice solida: legno dal
sapore artigiano. I lavori, infatti, soprattutto nella parte superiore della
galleria interagiscono con la luce, divenendo interferenze morfologiche e
linguistiche che dialogano direttamente con le ombre emesse. Nel complesso
appaiono curiose miniature, rispetto alle installazioni sottostanti, incastri
che mantengono con maggiore efficacia la traccia di segmenti e vettori. Origini
e fini che hanno attraversato ogni fibra per renderla segno.
ginevra bria
mostra visitata il 16 dicembre 2010
dal 16
dicembre 2010 al 4 febbraio 2011
Lesley Foxcroft – M.D.F. Works
A arte Studio Invernizzi
Via Scarlatti, 12 (zona Piazza Lima) – 20121 Milano
Orario: da lunedì a venerdì ore 10-13 e 15-19; sabato su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel./fax +39 0229402855; info@aarteinvernizzi.it; www.aarteinvernizzi.it
[exibart]
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…
Talk, inaugurazioni, musei aperti, gallerie in rete, nuove mostre e il Premio WineWise per una gita fuori porta: gli appuntamenti…
A Milano, dal 5 dicembre 2025, apre Ambrosius, il nuovo percorso museale della Basilica, che intreccia patrimonio storico, ricerca scientifica…
Dicembre a Miami significa Art Week e Art Week significa tempo di fiera: tra Art Basel Miami Beach, UNTITLED Art,…
La super galleria internazionale Hauser & Wirth apre la sua prima sede italiana sul fronte mare di Palermo: concordato l’acquisto…
Alla Nuvola di Roma, in occasione della fiera Più libri più liberi, l’Associazione per l’Economia della Cultura apre un confronto…