3 padiglioni intitolati, rispettivamente, Anteprima, Contemporaneo, Moderno hanno inteso rappresentare le esigenze di un pubblico sempre più eterogeneo e competente, che sviluppa interessi specifici nel generale campo dell’arte contemporanea, espressione ormai troppo generica e povera di significato. In un’età in cui l’informazione artistica viaggia almeno alla velocità delle connessioni via modem ci troviamo a fare i conti con proposte sempre nuove, che vanno dalla sistemazione del secolo XX, tra riscoperte e rimescolamento dei valori, alla storicizzazione dei movimenti della seconda metà del secolo scorso (leggi i recenti successi di Arte Povera, Concettuale, Minimal), fino alle nuove tendenze destinate a segnare l’inizio del XXI secolo.
Non è che Miart, con la sua suddivisione cronologica e per fasce di prezzo, abbia dato una soluzione pienamente convincente e definitiva a questa nuova situazione né, d’altro canto, tale divisione poteva, in molti casi, essere del tutto condivisa; tuttavia è fuor di dubbio che il pubblico sia stato, alla fine dei conti, indotto a praticare delle scelte e a mostrare le proprie preferenze ed interessi. Se si accetta questa lettura allora si può dire che significativamente Miart ha confermato il generale clima di attenzione e curiosità verso le giovani generazioni d’artisti: il vivace padiglione Anteprima è stato infatti visto con un interesse almeno pari a quello delle altre sezioni, intensamente percorso da un folto ed entusiasta pubblico giovanile.
Inoltre, in occasione di Miart 2001, è stato costituito un Comitato Consultivo composto da Marco Bottai, Sergio Casoli, Pasquale Leccese, Franco Noero e Amedeo Porro che ha assegnato un premio alla migliore galleria e al migliore artista presente nella sezione “Anteprima”. Tra le gallerie il premio è andato alla londinese Cabinet che ha presentato originali proposte fuori del coro (Tariq Alvi, Martin Creed, Jeremy Deller, Gillian Carnegie, Gereth Jones, Lucy McKenzie), mentre miglior artista è stato eletto Bernhard Kahrmann, con la bella e articolata installazione dal titolo “Living inside this play”, rappresentato dalla galleria Reinhard Hauff di Stoccarda. Segnalazioni sono state espresse per la galleria Antonella Nicola di Torino (Bianco e Valente, Elisabetta Benassi, Sara Rossi tra gli altri) e per l’artista Nicoletta Agostani della galleria Sonia Rosso di Pordenone, per il video “Take a walk on the wildside”.
A conti fatti Miart 2001 non ha saputo proporre un deciso cambio di rotta rispetto agli standard italiani: nonostante il mercato dell’arte in Italia stia vivendo una periodo abbastanza buono (se non altro dimostrato dal numero delle nuove gallerie aperte negli ultimi tempi), il nostro paese non è ancora riuscito a porre le basi solide per eventi fieristici che sappiano attrarre con decisione il collezionismo straniero, cosa quanto mai auspicabile per permettere ai giovani artisti italiani di trovare anche in casa propria uno strumento di promozione per l’estero evitando il rischio di bruciare il proprio talento sul ristretto mercato locale. Ma la promozione della giovane arte è questione che non si risolve solo con una fiera.
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Alfredo Sigolo
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Cara Amica,
dove erano le opere del suo compagno? e sporattutto: questo signore fa anche l'art directr? perché in questo caso ne ho snetito parlare...
Io ci sono stata..a vedere in generale il tutto e in particolar modo le opere del mio amico artista Nicola Di Caprio...una ventata di novità..inaspettate...confermo!