Il mondo della moda (e non solo) ha puntato gli occhi sulla prima collezione di Pharrell Williams nel difficile compito di seguire le orme lasciate da Virgil Abloh, come nuovo direttore creativo Louis Vuitton. Il primo show si è volto su Pont Neuf, a Parigi, quel ponte proprio di fronte all’heaquarter della maison e al nuovissimo hotel di lusso Cheval Blanc, sempre del gruppo Lvmh. Pharrell ha scelto questo ponte in quanto simbolo che collega – metaforicamente – Parigi alla Virginia, suo stato natale, ricordandogli la Princess Anne High School dove ha studiato.
Il suo debutto ha subito diviso la critica che da un lato ha applaudito una collezione in cui si è vista la fusione tra motivi tradizionali della maison che sono stati rinnovati, come il Damier pixelato a mo’ di camouflage, ribattezzato “Damoflage“; questo nuova cifra stilistica è stata il filo conduttore del défilé: stampato sui kimoni, sugli shorts, i bomber, i pantaloni di pelle. Dall’altro ci si aspettava forse uno statement, un messaggio più forte da questa prima collezione, come era solito sviluppare Abloh: tutto era puro entartaintment, da Pont Neuf interamente ricoperto di un enorme damier oro, parterre con mille e una notte, da Rihanna, Beyoncé, Zendaya, Kim Kardashian fino alla conclusione con concerto di Pharrell e Jay-Z.
Non solo in prima fila la lista dei personaggi continua in passerella dove si sono visti anche il designer Stefano Pilati e il cantante Pusha T, che hanno sfilato a piedi o su piccole golf car cariche di bauli e borsoni contraddistinti dal nuovo logo. Un debutto definito “faraonico” per l’impiego di risorse e il coinvolgimento di celebrities, dove è forse mancato il desiderio di lanciare un contenuto culturale o sociale che ci aspettava da un marchio così rilevante. E’ anche vero che questo è solo il primo capitolo di una collaborazione che vedremo come si evolverà nelle prossime stagioni.
La grande sfilata evento di Pharrell ha suscitato anche numerose polemiche verso le Istituzioni per il fatto di aver privatizzato uno spazio pubblico. Agli ambientalisti non è piaciuta l’invadenza del gruppo LVMH, che sembra fare da padrone nella capitale. Per ospitare i quasi 2000 ospiti sul ponte più antico di Parigi, la Questura ha vietato la circolazione stradale dal lunedì sera al mercoledì mattina, così come sulle banchine vicine il martedì sera.
Come è stato rilevato da Fashion Network: «Si tratta di un’occupazione del demanio pubblico a pagamento che ha portato entrate al Comune», risponde il gabinetto del primo vicesindaco (PS) Emmanuel Grégoire, sottolineando il lato “eccezionale” della vicenda. A giugno gli ambientalisti avevano già criticato un’altra “pubblicità su spazio pubblico” di LVMH: la statua con le sembianze dell’artista giapponese Yayoi Kusama temporaneamente eretta davanti alla Samaritaine, recante sulla sua borsa il logo del brand.
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