Emuli di Imelda Marcos ma figli della strada, i collezionisti di sneaker hanno finalmente una guida di riferimento in italiano. A cura di Unorthodox Styles per Ippocampo edizioni è uscita Sneaker. Guida del collezionista. Libro pensato a Genova, stampato e rilegato in Thailandia. La copertina è imbottita come una linguetta, quasi a fornire lo stesso confort: come la linguetta ha la funzione di offrire sostegno e rendere la calzatura adattabile così la copertina soft-touch invita alla scoperta di un mondo.
Il libro colorato e cronologicamente organizzato offre una sapiente divisione per marchi: Adidas, Converse, Fila, New Balance, Nike, Onitsuka Tiger, Pony, Pro-Keds, Puma, Reebok, Vans. Senza dimenticare modelli che per certi collezionisti o aficionados si identificano con i marchi: Diadora Borg Elite, Lacoste Tribute EMB, Ewing Reflective, D-Saucony Jazz.
Le umili origini oramai dimenticate fanno della scarpa da ginnastica un oggetto di culto, finanche da collezione. Sneaker, trainer, turnschuhe, basket, ovunque nel mondo, qualunque sia il modo di chiamarle e portarle, non si può ignorare l’ascesa di un oggetto che vede fondere in se saperi vari: design, moda, tecnologia, artigianato.
Tralasciando l’oscura faccenda politica nonché morale di chi cuce, assembla e impacchetta queste scarpe, in quali condizioni lavora e per quanti soldi, il libro si inserisce in una corrente di costume, o cultura della moda che delle teorie di Naomi Klein se ne infischia, e del logo fa un’icona, uno scudo, una garanzia, uno stemma araldico.
Non più limitata a pochi fanatici, la voglia di collezionare sneaker, o meglio l’attenzione nei confronti della sneaker culture, si è progressivamente trasformata in un fenomeno di massa. Entrando in un negozio di calzature sportive la prima cosa che si nota è la varietà di scelta: modelli nuovi, i classici old skool, le serie limitate e i cosiddetti pezzi rari, declinati in una miriade di combinazioni cromatiche.
Fuoriuscite dal solo ambito sportivo, le sneaker si sono imposte nella cultura popolare diventando un elemento base dell’odierno modo di vestire, che trascende le barriere di razza e di classe mentre definisce l’appartenenza di chi le indossa alle diverse tribù urbane del nostro tempo.
La sneaker culture ha derivazioni molto diverse; determinate scarpe sono indissolubilmente legate a un preciso genere musicale e a certe sottoculture.
Al mondo delle sneaker hanno contribuito in modo non trascurabile anche gli sport urbani o “esterni”, come lo skateboard. Queste sottoculture hanno creato scarpe specialistiche ricorrendo alle tecnologie ritenute utili ai fini dello sport praticato.
Il rapporto con la musica è un aspetto che non si può ignorare. Gli ambienti della musica punk e acid jazz, ad esempio, hanno fatto propri determinati stili. L’hip-hop è un genere che ha visto entrare le scarpe a pieno titolo a far parte dell’omonima cultura. Molti pezzi di musica rap decantano determinati modelli o marche e molte marche omaggiano delle loro scarpe i protagonisti della scena per farne dei testimonial.
Esistono anche casi in cui l’operazione pubblicitaria è arrivata ad associare il nome di uno sportivo ad uno specifico modello, tennisti, giocatori di basket, ma anche mc, e band.
Da sempre i marchi più importanti reagiscono alle tendenze non appena queste si profilano all’orizzonte, battendo talvolta i concorrenti in velocità. Il mercato dei collezionisti si è sviluppato in maniera analoga. Pur non mancando di soddisfare la domanda, le marche prestano grande attenzione ai tempi, ai luoghi e ai quantitativi di scarpe da immettere sul mercato, rinfocolando così l’ossessione degli appassionati e ammantando certe scarpe di un alone quasi mitico. Le voci i sentito dire, talvolta deliberatamente sguinzagliati dalle stesse case produttrici, sono un aspetto tipico dell’ambiente dei collezionisti di sneaker.
Il collezionismo delle sneaker esiste da quando le aziende hanno cominciato a produrre più di un modello e in seguito più colorazioni dello stesso: ecco la spinta iniziale. La fedeltà al marchio svolge un ruolo tuttaltro che secondario, e spesso anche la fedeltà ad un preciso modello di una stessa marca è un fattore non trascurabile.
Inutile dire che non esiste lo stereotipo del collezionista. Ciò che una persona giudica collezionabile può non interessare minimamente a un’altra, è questione di gusti. Il prezzo delle scarpe può variare da 50 euro per un paio di Converse All Star nuove a più di 1000 euro per modelli usciti in produzione limitata o versioni originali di scarpe rare.
Alcuni collezionisti sono diventati delle celebrità nel mondo delle sneaker: personaggi come Bobbito Garcia sono autorità indiscusse sull’argomento. Internet svolge in questo contesto un ruolo importantissimo. Alcuni siti web fungono da veri e propri negozi on-line o centri d’asta, dove si assiste ad animati rilanci di collezionisti desiderosi di possedere modelli rari o particolarmente pregiati, mentre altri siti offrono una ricca documentazione e ospitano comunità di utenti animate da continui scambi di informazioni.
Tenere sotto osservazione questi siti è diventato essenziale per le marche, consapevoli del fatto che solo così potranno assicurarsi la fedeltà dei clienti più esigenti, cogliendo al volo le nuove tendenze con il loro contributo.
link correlati
www.crookedtongues.com
www.sneakers.pair.com
www.vintagekicks.com
www.sneakerking.de
www.kicksology.net
www.retrokid.com
www.atmos-tokyo.com
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