Rebecca Tucker, IMPOSSIBLE CREATURE, Stoneware, Epoxy Clay, Paint 52x23x30 cm , 2020
12 finalisti, per quattro premi, in una mostra: aprirà il 3 ottobre, negli spazi della 28 Fine Art Gallery, in piazza di Pietra, a Roma, l’esposizione degli artisti selezionati nell’ambito del concorso Malamegi LAB 16. Gli artisti, provenienti da tutto il mondo, sono Andrea Cerquiglini, Berardino Rubini, Diana Cheren Nygren (Stati Uniti), Florence Pinson-Ynden (Francia), Gennifer Deri, Gianni Lucchesi, Giorgio Pignotti, Jarosłąw Łukasik (Polonia), Manuel Dampeyroux (Francia), Rebecca Tucker (Regno Unito), Sabina Šinko (Slovenia), Sinisha Kashawelski (Macedonia). La collettiva è a cura di Massimo Toffolo e da Margherita Jedrzejewska.
Situata nella suggestiva cornice di Palazzo Ferrini-Cini, nel cuore di Roma, la 28 Fine Art Gallery è stata istituita con il proposito di creare un luogo di incontro, produzione e circolazione di idee, per promuovere l’arte contemporanea nelle sue molteplici espressioni, con un focus sulla pittura figurativa e sulla fotografia, sia italiane che internazionali.
«La mostra ripercorre le attuali tendenze dell’arte contemporanea emergente attraversando le varie discipline della creazione artistica», spiegano gli organizzatori. Il percorso espositivo è scandito sia da opere principalmente visive, come la fotografia geometrica di Gennifer Deri e la grafica monocromatica di Andrea Cerquiglini, che da immagini dal significato concettuale più complesso, come il dipinto dell’artista polacco Jarosław Łukasik, il ritratto di Sinisha Kashawelski, riflessione sui tempi in cui viviamo, oppure la tecnica mista di Gianni Lucchesi, che sottolinea l’influenza devastante della pandemia sulla socialità e sul rapporto uomo-tempo. E ancora, l’affascinante dipinto onirico di Giorgio Pignotti, la creatura senza testa di Rebecca Tucker, il ritratto surreale di due donne di Manuel Dampeyroux e l’imponente quadro a olio di Bernardino Rubino, che raccontano della complessa relazione tra la lo spazio e il corpo umano.
«Ogni artista, attraverso differenti media, investiga i diversi aspetti del mondo in cui vivia- mo, assieme alle sue sfaccettature e caratteristiche», continuano gli organizzatori. Mentre l’istallazione metaforica di Florence Pinson-Ynden ci fa riflettere sull’ambiente e sul nostro futuro, la fotografia di Diana Cheren Nygren crea uno spazio temporale fittizio, come accade anche per l’opera di Sabina Sinko, raffigurante una donna semi visibile alla ricerca della propria bellezza.
Tra tutti i partecipanti alla mostra, Malamegi Lab assegnerà quattro premi diversi, che saranno resi noti al termine della mostra: il premio in denaro, il premio acquisizione, il premio libro d’arte monografia, il premio Collezione Malamegi.
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