Claudia Losi, Tra le infinite combinazioni possibili, Arte in Fabbrica, 2022, Ph. Serge Domingie
Ad Arte in Fabbrica a Calenzano, lo spazio espositivo di Fabio e Paolo Gori, contiguo al magazzino di tessuti e mobili rari, si è aperta la terza esposizione con un singolare lavoro di Claudia Losi. L’artista, infatti, ha disseminato l’ampio locale dai soffitti alti e le pareti candide con animali multiformi ispirati da antichi bestiari medievali occidentali e cinesi con immagini di esemplari estinti, immaginari e poco conosciuti.
Si tratta di un’installazione site-specific realizzata con una serie di sculture tessili cucite con pezze in seta di vario tipo, recuperate per offrire loro una nuova possibilità d’uso, in linea con la tradizione del riciclo e della trasformazione dei tessili della lunga storia pratese. Si trovano infatti alcuni animali esistenti come il celacanto e i pangolini, oppure serpenti con l’aspetto di topo, mucche con gli occhi sulla schiena, strani pesci con le zampe di aquila o pipistrelli con il muso di gatto e il corpo di donna.
Il fruitore si trova immerso in uno spazio abitato da forme immaginifiche, apparentemente giocose, una sorta di stanza delle meraviglie costellata da animali variopinti più o meno buffi ma talvolta anche inquietanti. Un insieme di fantasie combinatorie che costruiscono una mitologia stravagante e irreale.
Il lavoro di Claudia Losi si basa sulla riflessione e la riconfigurazione artistica del mondo animale tanto che l’esposizione, curata da Adriana Polveroni, ha per titolo “Tra le infinite combinazioni possibili”. A questo tema fondante del lavoro di Claudia si lega un’idea di fluidità tra mondo animale e genere umano, che dà luogo a ibridazioni anch’esse fantastiche.
«Nel bestiario di Claudia Losi – scrive Adriana Polveroni, nel saggio pubblicato sul volume che accompagna la mostra (Gli Ori, Pistoia 2022) – si percepisce l’ibridazione tra arcaico e attuale, tra innaturale e possibile, quel di più che s’intravede oltre il gioco ci suggeriscono la pericolosità di un altro passaggio che stiamo vivendo in questo momento storico: la trasformazione che stiamo operando del nostro ambiente naturale e, quindi, della nostra vita e di noi stessi. Gli animali di Losi da fantastici possono allora trasformarsi in fantasmatici, facendo slittare l’accento dalla fantasia al simulacro, a quello che rischia di non esserci più. […] È pratica adottata da molti anni da Losi quella che potremmo definire “Arte circolare”: non si butta niente e si riutilizza, scelta che interpreto come una critica fattiva verso il veloce, e a volte spietato, turn over che governa il mondo dell’arte. Si ricicla, dandogli nuova possibilità di vita e affiancandolo con nuove immagini: in questo caso i dodici preziosi acquarelli di altre combinazioni animali e i due amuleti che, insieme ai due grandi cervelli di balenottera in ceramica, accolgono i visitatori».
Per rimanere fedele alla sua pratica di arte partecipata e partecipativa, anche in questa occasione Claudia Losi ha invitato altre figure a collaborare al progetto. Tra queste, Elisa Biagini, che con i suoi versi poetici entra in dialogo con gli acquerelli degli “strani” animali, e Gea Brown, che con una performance ha creato paesaggi sonori complessi, interagendo direttamente con i versi poetici e il bestiario fantastico.
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