Categorie: Mostre

APE Parma Museo: la storia della Galleria Niccoli

di - 5 Ottobre 2020

Il 19 settembre ha inaugurato a Parma la mostra “Attraverso le Avanguardie. Giuseppe Niccoli / Visione e coraggio di una galleria”. La mostra è organizzata da Fondazione Monteparma, con la curatela di Roberto e Marco Niccoli, figli di Giuseppe, fondatore della celeberrima e omonima Galleria, situata in Borgo Bruno Longhi a Parma.
Il percorso espositivo mette in luce la visione lungimirante del gallerista nel comprendere il potenziale dell’arte contemporanea italiana, la valorizzazione di artisti inizialmente sconosciuti ai più e il coraggio nelle scelte prive di condizionamenti che hanno permesso alla Galleria, fondata negli anni Settanta, di affermarsi a livello internazionale. La sede della mostra, tra le più interessanti iniziative nella programmazione artistica di Parma Capitale della Cultura 2020+21, è APE Parma Museo, centro culturale e museale ideato e realizzato da Fondazione Monteparma, inaugurato nel giugno 2018. APE, acronimo di Arti, Performance ed Eventi,  è situato all’interno di un palazzo nel cuore del centro storico della città emiliana, restaurato dalla Fondazione e precedente sede parmigiana della Banca d’Italia.

Conrad Marca-Relli, Death of Jackson Pollock, courtesy Galleria d’Arte Niccoli

Nei primissimi anni Settanta Giuseppe Niccoli, agente editoriale per la Casa Rizzoli, apre una libreria specializzata in volumi d’arte a Parma, che sceglierà poi come sua città adottiva. La libreria diventa successivamente spazio espositivo, sino a trasformarsi in galleria d’arte nel 1980. Le parole del fondatore, tratte dal volume Galleria d’Arte Niccoli 1970-2011, si stagliano all’ingresso della mostra e ricordano innanzitutto i punti cardine dell’attività della Galleria, contraddistinta, fin dalla nascita, da una spontanea uniformità: «Rivisitare quarant’anni di attività della Galleria è per me motivo di forte nostalgia e di intensa commozione. […] Anzitutto la Galleria ha dimostrato ampia coerenza pur non avendo mai aderito ad una precisa linea critica. Ha espresso capacità nel cogliere al volo il meglio del panorama artistico e anche abilità nel riportare alla luce con largo anticipo, sostituendosi alla ben nota assenza delle società e delle istituzioni, ciò che solo successivamente ha destato, o ridestato, unanime consenso. Naturalmente tutto questo ha richiesto sacrifici di ogni genere, ma le fatiche, le ansie e le amarezze sopportate in tanti anni di frenetica attività sono davvero poca cosa rispetto alle impagabili soddisfazioni realizzate».

Conrad Marca-Relli, The Struggle, 1955, courtesy Galleria d’Arte Niccoli

La mostra, attraverso più di un centinaio di opere, racconta la vita di Giuseppe Niccoli e proietta il visitatore in un periodo storico particolarmente dinamico per l’arte contemporanea. Il titolo dell’esposizione richiama l’importante collana Attraverso le avanguardie, cardine dell’intensa attività editoriale promossa dalla Galleria Niccoli, che ha fra i suoi titoli cataloghi e volumi divenuti veri e propri manuali di storia dell’arte, cui la mostra riserva un ampio spazio. All’ingresso si incontra la libreria e il piccolo salotto spunto per riflessioni e letture collettive, attività di ricerca e dialogo con gli artisti. Si entra poi nel vivo della mostra, con la sensazione di poter percorrere un ambiente familiare che accoglie e rende partecipe lo spettatore, come se ci si trovasse d’improvviso all’interno di un’epoca di innovazione e scoperta, lontana, ma che al contempo sembra attualissima.

Una grande sezione iniziale è dedicata a Conrad Marca-Relli, trasferitosi a Parma nel 1997, anno nel quale viene istituito presso la Galleria il suo archivio. Estremamente significative le parole a corredo delle opere, tratte da un’intervista a Marca-Relli del 1999: «Qual è stato il primo pensiero quando Giuseppe Niccoli è venuto a casa sua nel New Jersey e le ha proposto di trasferirsi per un periodo definitivo a Parma?» «Che era matto! E dato che ho una certa dose di pazzia ho accettato». Lo scambio di battute, ma numerosi potrebbero essere gli esempi, sottolinea quanto la Galleria Niccoli abbia, negli ultimi cinquant’anni, seguito artisti che sono stati riscoperti, anticipando anche le attuali tendenze di mercato. Un esempio su tutti è l’attenzione via via crescente riservata all’Astrattismo: le scelte curatoriali mostrano una propensione per una corrente che certamente, con il passare degli anni, ha giovato della predilezione manifestata dal gallerista, al punto da essere considerata, oggi, la corrente più internazionale nel panorama artistico italiano.

Salvatore Scarpitta, Racing, courtesy Galleria d’Arte Niccoli

Menzione particolare va riservata alle sezioni della mostra “Respirare il Padre e Via Crucis di Lucio Fontana” (1947), composta da 14 ceramiche dai colori cangianti, quasi fossero gioielli di epoca barocca. Ricordiamo anche la Venere con la pipa di Michelangelo Pistoletto e un’intera sala dedicata a Salvatore Scarpitta con Racing Car I, una delle auto da corsa costruite da Scarpitta e sponsorizzate dalla Galleria Niccoli insieme alla Fonderia Caggiati, come suggerisce la scritta sull’alettone vicino al nome di Leo Castelli. E ancora Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Afro, Artan (Shalsi), Ettore Favini, Emilio Isgrò, Bruno Munari, Toti Scialoja, Mario Schifano, Mauro Staccioli, in rappresentanza delle tante mostre realizzate da Niccoli rivelatesi negli anni successivi avanguardiste e paradigmatiche.

Bruno Munari, Negativo Positivo, 1995, courtesy Galleria d'Arte Niccolimore
Ettore Colla, Spiralide, 1962, courtesy Galleria d'Arte Niccolimore
Mimmo Rotella, Prima o poi, 1961, courtesy Galleria d'Arte Niccolimore
Piero Dorazio, Bello sguardo, 1964, courtesy Galleria d'Arte Niccolimore

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