Immagine della mostra “Wes Anderson – Asteroid City: Exhibition”, Fondazione Prada, Milano. Foto: Delfino Sisto Legnani - DSL Studio. Courtesy: Fondazione Prada
A pochi anni dalla nascita del Bar Luce e dall’esposizione Il Sarcofago di Spitzmaus e altri tesori, curata con la compagna Juman Malouf, il regista Wes Anderson torna negli spazi di Fondazione Prada con una mostra che esplora il “dietro le quinte” del nuovo film Asteroid City, presentato al Festival di Cannes e in uscita il 28 settembre nelle sale cinematografiche italiane. Wes Anderson–Asteroid City: Exhibition, che trova il suo spazio nella galleria Nord della Fondazione dal 23 settembre 2023 al 7 gennaio 2024, si propone come un viaggio immersivo nel Sud-Ovest americano degli anni Cinquanta attraverso le scenografie del film, progettate da Adam Stockhausen, vincitore del Premio Oscar con The Grand Budapest Hotel (2014).
Nella duplice veste di film western e di fantascienza, Asteroid City narra le vicende di una cittadina che, nel 1955, assiste ad una sconvolgente apparizione durante i festeggiamenti di un gruppo di bambini, vincitori di un premio di scienze, invitati nell’Osservatorio del piccolo paese. L’evento, smentito dall’esercito americano, porta a una quarantena che scatena negli abitanti reazioni diversificate. La straordinarietà della pellicola, girata in Spagna a Chinchón durante l’estate del 2021, sta nell’aver costruito la città ex novo nel deserto, così come ha affermato il produttore associato Ben Adler «È stata volontà precisa di Wes di non girare in un teatro di posa ma di costruire una cittadina e ciò ha consentito agli autori e ai tecnici di immergersi completamente in questo universo», permettendo agli attori di vivere a pieno l’ambientazione per i tre mesi delle riprese.
L’idea della mostra nasce durante il mese di luglio, in concomitanza con la scelta di proiettare nel Cinema Godard di Fondazione Prada l’anteprima di Asteroid City. Le diverse sezioni dell’esposizione, accompagnate ognuna da una traccia audio che richiama le scene specifiche del film, sono arricchite dalle scenografie e dagli oggetti usati sul set, a cui è stata data una seconda vita all’interno delle installazioni. Peculiare è l’attenzione ai dettagli minuziosamente dipinti a mano dal team internazionale, che segue il regista durante le riprese dei diversi film, ed esposti in mostra. Pacchetti di sigarette, mappe, opuscoli, insegne, confezioni di gomme da masticare, persino i pupazzi mossi in stop motion, nati grazie ad Andy Gent, già noto per i suoi interventi in Fantastic Mr Fox (2009) e L’isola dei cani (2018). In mostra anche i costumi originali indossati dagli attori durante le riprese, disegnati da Milena Canonero che collabora da anni con Anderson, il modellino del treno merci e la cabina telefonica. Per tutta la durata dell’esposizione anche un nuovo drink, l’Asteroid Martini, nato da un’idea di Wes Anderson e del Bar Luce, che rende omaggio al distributore di cocktail, installato nella prima sala della galleria Nord.
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