Luca Pozzi in dialogo con Yves Klein. Installation view Blu. I Fondamenti dello Spirito, Chiesa di San Pio, San Giovanni Rotondo. Ph. Mirco Magliocca
Dal Santuario di San Pio da Pietrelcina alle chiese del Borgo Antico di San Nicola, di San Leonardo Abate e di San Giovanni Battista, nel comune foggiano di San Giovanni Rotondo la mostra Blu. I Fondamenti dello Spirito assume i contorni di un pellegrinaggio artistico e interiore capace di trasformare ogni luogo in una soglia e ogni opera in un varco verso l’invisibile. Il titolo della mostra lo rivela ancor prima della visita: è il blu, cifra distintiva del linguaggio di Klein e simbolo universale di trascendenza, a essere al cuore di un percorso espositivo che insieme a uno degli artisti più visionari e innovativi del XX secolo coinvolge anche Luca Pozzi, Francesco Fossati, Vincenzo Marsiglia e Penzo+Fiore: «Ho pensato a Yves Klein e agli artisti che lo accompagnano in questo percorso come a voci capaci di attingere all’essenziale, come acqua che sgorga da un pozzo interiore», spiega la curatrice Cristina Maiorano.
Nel foyer del Santuario di San Pio da Pietrelcina – dove dall’1 ottobre sarà eccezionalmente esposto il Monocromo Blu, proveniente dal Monastero di Santa Rita da Cascia, dove è custodito come ex-voto – ci troviamo di fronte a tre Tables — Monogold, Monopink e Monoblue, ovvero tre riletture in chiave scultoreo-contemplativa dell’altro celebre ex-voto donato da Yves Klein a Santa Rita da Cascia nel 1961. Questi altari monocromi, uno oro, uno rosa e uno blu, rispettivamente carichi di valore simbolico – corpo, anima, spirito – sono come dispositivi di meditazione: sotto le loro superfici trasparenti riposano pigmenti puri e materiali immateriali, sospesi tra visibile e invisibile. Qui, dove è esposto anche il multiplo 262/300 de La Terre Bleue (1957–1990), – un globo terrestre monocromo realizzato in IKB, che incarna la volontà dell’artista di trasfigurare la terra in una sfera spirituale, annullando i confini geografici per restituire un’unità cosmica – le creazioni di Luca Pozzi amplificano e attivano nuove risonanze dialogando con le opere di Klein.
Nello specifico, Background Inside Platform (2025), in relazione diretta con le Tables, è una scultura-installazione in cui una spugna blu fluttua su una piattaforma di cristallo nero grazie alla levitazione elettromagnetica, incarnando così la tensione tra materia e assenza e trasformando questo oggetto – strumento molto amato dall’artista francese – in un simbolo di memoria e trascendenza. Mentre, Arkanian Mirror (2022) – che dialoga con La Terre Bleue, è uno specchio tecnologico che, grazie a un rivelatore di particelle connesso a internet e all’Intelligenza Artificiale, trasforma oscillazioni subatomiche in messaggi cosmici, diffusi in tempo reale tramite il sito dedicato e il canale Telegram dell’artista, rendendo l’opera un evento collettivo in continua evoluzione. Questa installazione unisce scienza e spiritualità, evocando da un lato la tensione verso l’invisibile già presente nel blu di Klein e dall’altro trasfigurando lo specchio in un portale capace di rendere percepibile l’ignoto.
Il percorso – che come abbiamo detto prende i contorni di un pellegrinaggio – prosegue nella Chiesa di San Nicola, dove Francesco Fossati presenta le sculture della serie Substrati (2022-in corso), realizzate con panetti utilizzati nella coltivazione di funghi: dopo aver stimolato la crescita di miceli e corpi fruttiferi, i blocchi vengono disidratati per sospendere il processo vitale, conservando un’energia residua che li rende matericamente vivi in un lento e continuo processo di trasformazione. Tappa successiva è poi la Chiesa di San Leonardo Abate: qui l’intervento site-specific di Vincenzo Marsiglia trasfigura la facciata principale con Evolution (2025), un rosone di luce al neon blu che richiama la simbologia della Trinità e apre l’architettura a una dimensione contemplativa. L’opera di Marsiglia esprime una spiritualità non dogmatica ma vibrante, accessibile attraverso una forma luminosa essenziale e potente, visibile anche di notte, che agisce come un richiamo silenzioso che invita alla sospensione e alla riflessione. Il rosone di luce diventa simbolo contemporaneo del sacro, sospeso tra presente ed eterno.
L’ultima tappa, la Chiesa di San Giovanni Battista, vede protagonisti Penzo+Fiore che propongono l’installazione site-specific E sia (2025): un intervento meditativo composto da ampolle in vetro, ciascuna contenente fiori soffiati a mano a Murano, che attraversano le sfumature del blu come simbolo di spiritualità e contemplazione. Il vetro, fragile e al tempo stesso resistente, reinterpreta il gesto dell’omaggio floreale, trasformandolo in una “infiorata contemporanea” dal valore simbolico duraturo. Ogni ampolla, diversa dalle altre, diventa metafora delle molteplici forme che la spiritualità può assumere. Alla base, la sabbia raccolta lungo le coste dell’Adriatico evoca l’anima nella sua capacità di adattamento e trasformazione. L’opera dà vita a un ambiente silenzioso e immersivo, in cui luce e fragilità diventano strumenti di ascolto interiore e contemplazione. L’esperienza è arricchita da un accompagnamento sonoro composto da brani tratti da testi sacri, intrecciati tra loro in modo da evocare una dimensione meditativa.
«Questa esposizione non è solo un’occasione per ammirare le sue opere e quelle degli altri artisti che esporranno, ma anche per riflettere su come l’arte, nelle sue molteplici forme, possa abbattere le barriere tra la dimensione visiva e le altre esperienze umane», dichiara il Sindaco Filippo Barbano a proposito di Blu. I Fondamenti dello Spirito: un pellegrinaggio nel pellegrinaggio, che restituisce al visitatore la possibilità di riscoprire un fondamento spirituale rinnovato: fragile come il vetro, potente e infinito come il blu.
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