Marta Roberti, Centaura, 2021.
Fino al 5 febbraio 2022 la Z2O Sara Zanin Gallery ospiterĂ la personale romana dellâartista Marta Roberti âIn metamorfosiâ. La mostra riunisce opere recenti, riconfigurate per questa occasione, e due serie di lavori realizzati nellâultimo anno: Sâio mi intuassi come tu tâinmii e Lotus goddesses. La prima è la serie attorno a cui ruota la mostra. Questi lavori sono realizzati su carta dello Yunnan per essere successivamente ricamati su stoffa con il tradizionale punto a catenella tipico del Kashmir. Infatti, per una commissione dellâIstituto Italiano di Cultura di New Delhi e con la supervisione dellâesperta di tessitura indiana Paola Manfredi, i disegni sono attualmente in corso di lavorazione in India. Il mese di febbraio prossimo vedrĂ lâesposizione di questi arazzi presso lâIIC di New Delhi.
Sâio mi intuassi come tu tâinmii è un verso tratto dalla Commedia di Dante (Paradiso IX, 81), la traduzione potrebbe essere: se io potessi penetrare in te, capire te, percepire te con la stessa empatia che ti fa penetrare in me. ÂŤQuesta frase meravigliosa mi è sembrata esprimere poeticamente lâidea di metamorfosi che è al centro di tutti i lavori. Ho preso alla lettera lâinsegnamento darwiniano, comprendendo lo statuto metafisico della sua teoria dellâevoluzione: la vita non è altro che un processo di metamorfosi intraspecifica dove ogni specie è la metamorfosi della precedente. Ogni creatura, portando in sĂŠ tutte le altre è dunque una specie di zoo mobileÂť. Quindi, unâidea di metamorfosi che vede lâumano e lâanimale coinvolti in un rapporto interattivo e di interspecificitĂ , spiega Marta Roberti. A partire da sĂŠ, lâartista ha ripensato lâiconografia degli animali che popolano i tre Canti della Commedia: creature mitologiche e zoomorfe femminili.
La reinvenzione è ancora la chiave di lettura per le metamorfosi della serie Lotus goddesses, secondo gruppo di opere realizzate per la mostra. Però, in questo caso ad essere reinventate sono le divinitĂ femminili induiste, simbolo di un dualismo allo stesso tempo malefico e benefico. Per lâartista il mito è un punto di partenza che lega contemporaneamente la sua ricerca e la materia dei suoi lavori. Proprio grazie al mito ci viene trasmessa unâidea del femminile che è depositario di una preziosa conoscenza caratterizzata dalla trasformazione, dalla fluiditĂ e quindi dalla metamorfosi.
Mezzo principale della ricerca dellâartista è il disegno, che di volta in volta si declina in installazioni e video animati. CosĂŹ, Marta Roberti esplora le relazioni tra Oriente e Occidente focalizzando sui miti e rielaborandoli attraverso la rappresentazione. Attraverso lâutilizzo della carta copiativa, lâartista realizza immagini che si formano contemporaneamente su due superfici. Inizialmente usata per la riproduzione in piĂš fotogrammi da rimontare in unâanimazione, questa tecnica per Marta Roberti è diventata la preferita per intervenire sul foglio. In questo modo, la carta copiativa è matrice e opera, lâuno e il suo doppio. I lavori stessi di âIn metamorfosiâ, incarnano lâidea di questo concetto. Infatti, a loro volta saranno rimaneggiati da ricamatori e tessitori: un disegno in trasformazione, immagini che si tramandano nel tempo. Un passaggio che la curatrice Cecilia Canziani descrive come naturale, con ÂŤuna smisurata fiducia nella possibilitĂ metamorfica dellâimmagineÂť.
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