Mauro Pipani, Creaturine, 2024, tecnica mista, misure variabili
Gli occhi velati dal sonno, le lenti della montatura hanno un sottile strato di polvere, il fumo, che sale serpeggiando dalla tazza di tè, si perde e non si sa se sia lui o l’espirare dell’artista ad appannare leggermente il sottile vetro. Di fuori sta iniziando l’inverno: una pervasiva nebbia mattutina avvolge la casa, si fonde nei colori della foresta dilaniata dal terremoto e, più in là, lascia solo lo spazio a una potente e vorace nuvola biancastra che riflette un cielo quasi di mare. Infine, ecco il noto ignoto che sputa la caligo marina, una massa di infinita umidità sull’Adriatico. Così immagino Mauro Pipani, in riflessione prima dell’inizio di questa danza giornaliera di colori, strati e piani visivi per preparare la mostra Über die Ferne, omaggio a Paul Celan, tradotta dal curatore Flaminio Gualdoni come Oltre la lontananza e visitabile alla Galleria Monopoli di Milano.
Cosa c’è oltre la lontananza? Oltre la lontananza c’è stata una vicinanza; forse c’è ancora una vicinanza o addirittura ci sono tante vicinanze, come le presenze eteree nei quadri dell’artista. Queste presenze sono raggiungibili e salvifiche: appigli, ancore di salvezza, gradini che permettono un giorno di definire nuovamente vicinanza ciò che prima era così lontano da non poter essere visto ma solo percepito, seppur chiaramente.
Così Pipani, in quella mattina invernale, non vede il mare dalla sua Cesena, ma sa che è laggiù, sa che superando tutti quei piani può raggiungerlo, sa come farlo, ha percorso quella strada migliaia di volte, nonostante sia sovente piena di nebbie. La sua è una visione così cristallina e così geneticamente profonda che può riportarla senza fatica in pittura dentro il suo isolato studio fatto di legni, smalti, colle, pigmenti, tutti dello stesso colore e della stessa sostanza di quei piani che si frappongono tra il suo ceruleo iride e il suo azzurro mare. Riprendendo il poeta Paul Celan: «Nella fonte dei tuoi occhi / Il mare mantiene la sua promessa».
Le sue opere, installate nella Galleria Monopoli, fluttuano nella bruma candida dei muri e tracciano uno sguardo verso l’infinito, oltre il lontano. Durante questo percorso le sue creazioni sono capaci di suscitare svariate riflessioni. Evidente il suggerimento di una vita vissuta in un presente ben localizzato e attorniato da tanto amore e da tanta rigogliosa vita; i suoi quadri raccontano la capacità di essere, di stare e lavorare su di un piano presente, temporale e tangibile.
Soprattutto questo percorso di opere, di piani e di distanze presenta i molteplici e necessari sipari che si affrontano durante qualsiasi percorso di vita: non c’è nulla di veramente distante, se, dall’obiettivo lontano, ci si incammina per la strada inversa, annotando tutte le pietre del presente su cui il passo non vacillerà, tornando infine a noi stessi, pronti al viaggio con lo zaino pieno di chiarezza e lo sguardo colmo di bellezza.
La mostra di Mauro Pipani sarà visitabile alla Galleria Monopoli di Milano fino al 14 dicembre 2024.
La nascita della Sonnabend Collection Mantova, dentro il restaurato Palazzo della Ragione — inaugurata il 29 novembre 2025 con 94…
Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…