Quartz Studio si trasforma in un giardino, ispirato dai versi della poeta Hilda Doolittle (Betlemme, USA, 1886 – Zurigo, 1961). «You are clear/O rose, cut in rock,/hard as the descent of hail» recita la poesia The garden (1915), riferendosi alla forza di questo arbusto fiorito, solido come la grandine e capace di crescere tra le rocce. L’artista si lascia guidare dalle parole di Hilda Doolittle e crea un’analogia tra la rosa e la donna, ideando un progetto site-specific in cui installazione, scultura e ricamo su stoffa raccontano questo delicato, ma intenso intreccio tra arte e poesia.
«If I could break you/I could break a tree», scrive H.D. e Seda Hepsev trasforma i versi in scultura scegliendo il metallo per realizzare forme geometriche e naturali che si impongono nello spazio, definendo il perimetro in cui muoversi. Le opere riflettono la resistenza e la perseveranza, caratteristiche proprie della donna, simili a quelle di una pianta. L’artista alterna a queste sculture, in una progressione che ricorda il moto armonioso di un’onda, alcune installazioni a parete in cui lembi di tessuto ricamati a mano, come piccoli dipinti in cotone, definiscono molteplici sagome di enigmatiche donne. Frammenti incompleti di femminilità sospesi in un intreccio di fili di ferro dalla struttura fragile e delicata.
Le figure stratificate, sia nella tecnica pittorica che nella composizione finale, diventano idealmente i petali di un’unica rosa. Questo fiore, associato nell’immaginario comune all’amore e alla passione, si trasforma in un simbolo di indipendenza e di anticonformismo, lo stesso espresso da Hilda Doolittle in opposizione alle convenzioni del suo tempo.Il corpo della donna, nelle sue diverse sfumature, è una tematica centrale nella ricerca di Seda Hepsev, artista che da dieci anni vive e lavora a Zurigo, condividendo con la poetessa statunitense la città d’adozione. Il messaggio di Seda Hepsev, afferma la curatrice Caterina Fondelli,«non è un dialogo con se stessa, né un messaggio rivolto esclusivamente al pubblico femminile. È un importante manifesto per l’autorealizzazione di tutti».
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