Installation view, Podesti, Il Giuramento degli Anconetani, Pinacoteca Civica Francesco Podesti
Sono passati ben due anni dalla chiusura del museo ma oggi la città di Ancona può finalmente ricominciare a godere della propria storica Pinacoteca Civica Francesco Podesti, senza dubbio uno dei luoghi identitari più importanti della città marchigiana. L’evento di riapertura costituisce un momento di grande importanze per i cittadini e per chi potrà tornare a visitare le collezioni civiche e si inserisce anche nel programma di candidatura di Ancona a Capitale italiana della Cultura 2028 e, soprattutto, segna l’inizio di una nuova fase per il museo. La Pinacoteca, infatti, si presenta ora al pubblico in una veste rinnovata: è il risultato di un importante ripensamento degli spazi e del percorso espositivo, pensato per offrire un’esperienza di visita più accessibile e sostenibile.
Tuttavia, come per gran parte del patrimonio storico-artistico italiano, non è certo la prima volta che la Pinacoteca Francesco Podesti attraversa trasformazioni e riletture: fondata nel 1884 grazie alla donazione dell’artista Francesco Podesti, essa è stata spesso oggetto di mutamenti, spostandosi di sede in sede fino all’attuale collocazione a Palazzo Bosdari.
Oggi è considerata una delle principali pinacoteche civiche italiane per la qualità delle proprie raccolte, con un prezioso corpus di opere che spazia dal XV al XX secolo, con un nucleo di straordinaria importanza dedicato alla pittura marchigiana e veneta.
Tra i capolavori che animano la collezione spiccano numerosi capolavori come la celebre Pala Gozzi di Tiziano (1520) e una bellissima Crocifissione dello stesso artista. Si hanno poi, per citarne solo alcune, la Pala dell’Alabarda di Lorenzo Lotto, la Madonna con Bambino di Carlo Crivelli, l’Immacolata del Guercino e una pala d’altare di Carlo Maratti realizzata per Ancona nel Seicento. Particolare rilievo è dato anche alla scuola anconetana e alla produzione di Andrea Lilli, oltre a opere dal forte potere evocativo come La Negromante, attribuita ad Angelo Caroselli.
Ma in che cosa consiste, esattamente, il progetto di riqualificazione sviluppato in questi ultimi due anni? Nel concreto, l’intervento ha interessato l’intero complesso di Palazzo Bosdari – sede storica della Pinacoteca – con lavori di adeguamento impiantistico, climatizzazione e sicurezza, portando il museo a standard conservativi e tecnologici aggiornati.
In parallelo a ciò, è stato sviluppato un nuovo progetto scientifico e museografico, affidato a un team composto da Stefano Zuffi, Luigi Gallo e Marta Paraventi. Questo gruppo di professionisti ha così ripensato l’intero percorso espositivo, proponendone una nuova lettura in chiave cronologica e narrativa, con l’obiettivo di migliorare la leggibilità delle opere e valorizzarne le relazioni storiche, formali e simboliche. Complessivamente, sono 133 le opere esposte in questa nuova veste, mentre oltre 600 troveranno posto nei nuovi depositi.
È stata Carla Lucarelli ad aver curato, nella sua interezza, l’allestimento architettonico, ponendo particolare attenzione sui sistemi di illuminazione, completamente rinnovati, e sul tema dell’accessibilità: la Pinacoteca ha infatti lavorato in collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero per rendere la visita fruibile anche a persone con disabilità visive.
Come ha raccontato l’assessore Marta Paraventi: «La Pinacoteca torna nella piena disponibilità della città offrendo un’esperienza culturale contemporanea e coerente, in grado di connettere il patrimonio storico con le prospettive future di Ancona. Dal 2026, inoltre, il museo potrà accogliere mostre temporanee di grande formato, rafforzando il proprio ruolo nel sistema culturale regionale e nazionale».
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