Dissonanze nasce nel 1999, come festival di musica elettronica tedesca, con l’intento di mettere in luce un ambito musicale ben specifico che in Italia non aveva ancora trovato il giusto spazio. Negli ultimi anni però quel tipo di suono ha fatto strada, fino ad arrivare all’attenzione di un pubblico abbastanza cospicuo.
Il festival già dalla seconda edizione si è adeguato ai cambiamenti aprendo le porte ad artisti italiani ed internazionali, sempre e in ogni caso affini a quel senso estetico che gira intorno alle tecnologie elettronico-digitali. In occasione della terza edizione ha invece articolato il suo svolgimento in fasi pomeridiane e serali, secondo il tipo d’artista e di pubblico, mantenendosi in questo modo a cavallo fra l’elettronica più ardita e quella d’orientamento dance.
Dissonanze 2003 si presenta ancora con una veste nuova: l’attenzione si sposta infatti verso un’idea ampia di ‘arte digitale’, che comprende musica, video-arte, web-art e computer grafica, con inserimenti di danza, teatro e di momenti di discussione.
Gli eventi si svolgeranno, in ragione soprattutto del carattere dei singoli eventi, in diversi spazi. L’apertura del Festival, il 26 settembre al Film House Formello, ha visto sul palco Richie Hawtin e gli italiani Terrae e Defrag Sound Processing, oltre all’esibizione visuale dei Purform. Si continua oggi con la performance, presso la Cappa Mazzoniana, del regista e coreografo Enzo Cosimi e del musicista Robert Lippok (To Rococo Rot) dal nome Real Good Time, che affronterà il tema dell’adolescenza in personaggi come Pasolini, Warhol e Borroughs. A questi momenti si alterneranno poi, il primo e il secondo d’ottobre, dei forum di discussione negli spazi della facoltà di Scienze della
Si passerà dunque da momenti musicali in senso stretto a momenti divulgativi e d’approfondimento teorico, fino a performance interdisciplinari e multimediali.
Insomma, Dissonanze si apre ancora a nuove esperienze seguendo una linea che sembra molto interessante; perché il tema dell’arte in rapporto alle ultimissime tecnologie, per quanto a volte tirato in ballo per coprire vuoti di contenuti, è ancora in attesa di una critica costruttiva ed esauriente.
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valerio mannucci
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