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Fino al 10.VI.2016 | Mimmo Paladino, Paladino² | Casamadre, Napoli

di - 6 Giugno 2016
Dopo la personale del 2013, Mimmo Paladino (Paduli, 1948) ritorna nelle sale di Piazza dei Martiri – nello spazio immediatamente associato alla figura di Lucio Amelio, che vi diede onore e scompiglio dagli anni Settanta – con una mostra di alto spirito erudito. Le sue opere hanno infatti elevate ambizioni o, per meglio dire, elevate allusioni, poiché i richiami a cui dichiaratamente si ispirano sono i nomi dell’arte più altisonante, come Masaccio, con la sua crocifissione conservata al Museo di Capodimonte, con rimandi anche a Lucio Fontana e Alberto Burri. Paladino segue le fortificazioni della storia dell’arte, costruendosi però una struttura portante, a sostegno della propria sensibilità. Mimmo Paladino è esso stesso un nome, coinvolge, attirando altri nomi, in un gioco di sovrapposizioni delle personalità, che produce le fondamenta della mondanità. Ma, al netto delle circostanze, spesso di poca importanza, le opere sono assolutamente di grande effetto.

La sua crocifissione è meno misterica, com’è pure ovvio, non conserva il protagonismo cristiano della sofferenza per un bene sopra a tutte le cose ma, al contrario, è una materica, pesantissima costruzione che domina. Prevale anche l’oro, che attrae su tutti gli altri colori, sebbene il bianco e nero di certe tele sia l’ossimoro giusto, il carattere che si distingue, bloccando il visitatore nell’ampia sala dei dipinti più primitivi. Certe opere possono essere definite primitive, compiendo un balzo indietro nella storia, da una sorta di medioevo barocco ad un’arte più istintiva, subitanea, primitivamente incisa nella tela. Si tratta di tele che sembrano ispirate ad un graffitismo preistorico che non conosce l’ornamento né alcuna aggiunta alla rappresentazione. Piuttosto, questa maniera figurativa arcaica riproduce, in genere, ciò che si vede, la pura visione o altrimenti, ciò che si sente, la pura sensazione, entrambe concepite come un sovrappiù di cui liberarsi. Paladino conosce questa maniera e la mette in pratica, ma senza raggiungere l’apice di un radicalismo, imbocca una strada ma non la persegue fino in fondo, limitandosi a giocare con le ispirazioni, con i suggerimenti che una lunga esperienza può dare.
L’esposizione è onesta, tenuta in piedi quasi esclusivamente dalla potenza visiva di ciò che appare, senza l’ausilio di un sostegno esplicativo che ne confermi la bellezza. Prevale la sensazione di sicurezza che dà il benessere, quella sorta di pace interiore che si ha di fronte all’abbondanza, per cui ci si può rilassare, con la certezza di trovarsi di fronte a un ottimo lavoro.
Elvira Buonocore
mostra visitata il 28 aprile
Dal 21 aprile al 10 giugno 2016
Mimmo Paladino, Paladino²
A cura di Eduardo Cicelyn
Galleria Casamadre Arte Contemporanea
Piazza dei Martiri 58, Palazzo Partanna – Napoli
Orario: dal lunedì al venerdì ore 10,30 – 13,30 / 17 – 20, sabato su appuntamento
Info: tel +39 081 193 60591, info@lacasamadre.it

Nata a Pagani nel 1989, si forma come autrice parallelamente a una intensa esperienza di recitazione. Forte di una formazione classica, si muove poi al di fuori di un preciso percorso accademico, frequentando laboratori e stage di recitazione e scrittura teatrale. È parte della compagnia Teatro Grimaldello, per cui realizza testi e adattamenti. Collabora a progetti curatoriali.

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