Il mondo di Bunuel è stato da sempre segnato da due linguaggi fondamentali: quello del cinema, con tutte le sue regole, le sue ‘sacre’ norme della visione, e l’arte, soprattutto il surrealismo. Questo cocktail esplosivo ha fatto si che Bunuel, dotato, senza ombra di dubbio, di una genialità nell’intuizione narrativa e compositiva del racconto, diventasse uno dei più grandi autori di cinema del ‘900. I suoi film sono attraversati dall’iconoclastia, dall’erotismo, dalla lussuriosa contemplazione furtiva. I temi ricorrenti sono sempre la religione, nel suo trascinarsi in una girandola di ossessioni e di riti portati alla follia, assieme a tutti i suoi simboli, a partire dal vestiario, dalla liturgia.
Ma anche gli animali, da sempre presenti nei suoi lavori come squarci dell’onirico, la rappresentazione della more, inclemente e presente di continuo.Sue sono anche le rappresentazioni tratte dall’immediato quotidiano, come le scene di cucito e di ricamo, proponendo un’iconografia svariata in cui migliaia di oggetti, assimilabili a pochi simboli e a miriadi di segni, concorrono a tracciare un quadro completo del suo cinema. Ecco quindi che pianoforti, croci, armi, scatole, tutto è ben mescolato in questo ardente calderone. Bunuel è stato ed è un genio, capace di astrarre dalla realtà attraverso semplici e sottili sfumature personali e al contempo di distruggere tutto, di mescolare realtà e immaginario, eros e tanatos, con una grazia indicibile, che a pochi riesce.
I personaggi di Bunuel si ripetono all’infinito, in un filo che si completa film dopo film.
Così scopriamo che sotto il denso vissuto di ossessioni costanti, vivono i ricordi della sua Calanda natale, i pomeriggi di gioventù a Toledo, il sapere entomologico, le tantissime letture, i sogni, le credenze trasgressive, il pensiero iconoclasta, il subconscio…nell’allestimento del Grenoble è possibile seguire tutto il percorso della formazione del grande regista, attraverso documenti, lettere, manoscritti, quadri, in una sorta di scomposizione razionale dei pezzi che concorrono a creare l’humus crativo di uno dei più geniali autori del’900.
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Ehi, Andromeda... complimenti per questo tuo perfetto articolo su Jodorowsky!!