In cima alle ripide e maestose scale, tra i corridoi dell’Istituto francese di Napoli è ospitata la mostra di fotografie di Dominique Laugè. Sono circa ottanta foto, a colori, divise in due temi, i paesaggi e il bestiario. Dopo essersi dedicato a lungo al ritratto, l’artista si è avvicinato da qualche tempo al tema della natura. Nato a Le Rochelle nel 1958, dopo un’importante parentesi negli Stati Uniti, dove si è formato come fotografo, sulle orme dei suoi maestri M.Riboud, Depardon e E.Boubat, Laugè ha fotografato l’anima di Los Angeles negli anni ottanta. Rientrando in Europa, si stabilisce in Italia, più precisamente a Milano, dove prosegue il suo lavoro sul ritratto, avvicinandosi alla natura, e al paesaggio.
Le foto raccontano un universo pacifico, immacolato, ideale, non c’è inquinamento né visivo, né sonoro, traspirano aria di favola.
E’ un gioco di luci e di atmosfere, e come i pittori impressionisti cercavano di catturare le sfumature di luce sulla tela, così Laugè ha usato obiettivi e diaframma ritraendo, in vari momenti della giornata, il mare, il cielo, l’acqua. Un lavoro sulle gradazioni degli azzurri del mare come del cielo, l’unione di questi nel mistico ed etereo orizzonte. Oppure la luce tenue d’un cielo grigio d’autunno sull’Atlantico, ma anche il cielo visto attraverso una cornice di una piscina. Un genere di rappresentazione fotografico che deve molto all’approccio pittorico europeo che ha le proprie radici nella scuola di Barzibon, e nel movimento impressionista.
Carolina Guadagni
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