Categorie: napoli

fino al 21.I.2003 | Simone Cesarini – Palafitte | Napoli,Galleria T293

di - 8 Gennaio 2003

Per Simone Cesarini la forma artistica è il risultato logico di un problema impostato razionalmente. Le coordinate sono molteplici: spazio, dimensioni, proporzioni e ambientazione. I modelli plastici che rappresentano in scala edifici architettonici inesistenti, sono realizzati personalmente dall’artista. Non c’è né astrazione né formalismo: la costruzione ideale dello spazio diventa la costruzione materiale dell’edificio. In un modello di piscina, l’edificio è un volume su palafitte che insistono su uno specchio d’acqua circolare in modo che sotto si circoli senza che il movimento venga interrotto dai blocchi massicci della costruzione. Non c’è contrasto tra l’oggetto artistico e la natura: sono entità simili, riducibili l’una all’altra con semplici rapporti di proporzione. Sembra quasi che la differenza tra un progetto architettonico autentico e un’opera di Cesarini sia nella libertà che il secondo si prende rispetto alla funzionalità della struttura. Se l’architettura è vincolata agli scopi pratici d’uso, monumentali o celebrativi dell’edificio, l’arte oppone a tutto questo la libertà dell’invenzione e lo spirito paradossale. Il suo progetto di uno stadio è costituito da due tribune giustapposte, in un altro il campo è perfettamente circolare. Ecco l’equazione che bisogna risolvere trasformando in simmetria quella che pare una contraddizione. Allora per Cesarini l’arte può correggere la vita con un intervento spregiudicato, utopistico e forse irrealizzabile. Un solo metodo di costruzione o, più precisamente, di progettazione, deve determinare la forma razionale di tutto ciò che serve alla vita e la condiziona. E’ a questo punto che si inserisce l’intervento sovversivo dell’artista. La società democratica non deve avere solo classi sociali e funzioni: tutte le funzioni sono necessarie, eventualmente anche la non funzionalità perché la realtà odierna è fatta di comunicazioni.
Quindi tutto ciò che rientra nell’ambito immenso della comunicazione visiva è oggetto di progettazione. Ecco la cifra veramente nuova che Cesarini immette in un’attività come la scultura: l’oggetto tridimensionale diventa un’opera concettuale perché investe tutto il suo valore nella capacità di comunicazione. Esso non deve avere per tutti lo stesso significato perché non si può più immaginare una società in cui tutto è standardizzato. E in fondo la scommessa è che Cesarini realizzi veramente in scala 1:1 qualcuna delle sue opere.

maya pacifico
mostra vista il 10 dicembre 2002


Simone Cesarini
T293 – Via Tribunali 293 (centro storico), Napoli
Tel. 081 29 58 82
Dal martedì al sabato
Dalle 16:00 alle 20:00
t293@libero.it
info@t293.it


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