Nel 1994 il professor Gaetano “Ninì” Sgambati decise che era ora di muoversi: chiamò a raccolta un po’ di colleghi, –tra i primi ad arruolarsi, Franz Iandolo– reclutò un gruppo di giovani di belle speranze e insieme a loro cercò di risolvere l’equazione “a società di massa, arte di massa”. Nacquero così i laboratori di “Quartapittura”, dove studenti e docenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli continuano ancor oggi ad operare gomito a gomito per la produzione di esperienze/esprimenti collettivi: cantieri aperti, osmotici, ciclicamente soggetti a ricambio generazione, dove ogni tanto tornano ad affacciarsi gli ex, quelli per i quali “Quartapittura” ha rappresentato un momento significativo prima di spiccare il volo, come denuncia un albo d’oro costellato di nomi ormai proiettati ad alt(r)i cimenti.
Ora, dopo dieci anni di lavori in corso, quelli di “Quartapittura” hanno deciso di schiacciare il tasto Esc. Risultati: un catalogo/rivista antologico e un happening ospitato da La Feltrinelli e poi da Lia Rumma, gallerista che già in passato aveva fiancheggiato gli enfantes terribles di Sgambati. E, se nel 1999 a Castel Sant’Elmo la “rivelazione” era stata il gigantesco funambolo in maglia di metallo e nel 2001 l’invito era stato “Think 1 thing”, stavolta l’intelletto viene decisamente messo in stand-by per scivolare nella fase r.e.m., con diciotto-amache-diciotto appese in galleria.
Voilà, colpo d’occhio gradevole: candide le pareti, candide le amache, puliti e freddi gli acciai. L’insieme è elegante, ma a cosa serviranno mai questi oscillanti giacigli? È chiaro: per fare il “Sogno comune” che dà il titolo alla nuova ricerca. Ricerca, in verità, consumatasi nel giorno dell’inaugurazione, quando alcuni adepti di “Quartapittura” hanno trascorso, come da progetto, la notte in galleria, spiati dal monitor. Così, spentisi i riflettori su questo “Grande Fratello” performativo, a chi visitasse oggi l’atelier di Via Vannella Gaetani non resta che tentare di acchiappare qualche visione che, eventualmente, ancora fluttuasse nel silenzio color panna che regna sovrano.
Peccato per il carattere effimero dell’esperimento, ma in ogni caso qualche conquista ESC l’ha ottenuta. Innanzitutto, la festa per l’uscita del catalogo è stata decisamente un successone, vista la massiccia presenza di mamme-zii-cugini-amici dei diretti interessati, che hanno letteralmente inzeppato La Feltrinelli per il concerto delle After Four, cinque fanciulle che nelle cover dei Velvet Underground ci hanno dato dentro senza risparmio, trascinando la platea.
Dopo la musica, transumanza da Lia Rumma, dove sono spuntate facce di addetti ai lavori e vippaioli, tutti ad aggirarsi incuriositi tra le amache, sistemate l’una sull’altra a gruppi di tre (ma chi si sarà arrampicato su quella in cima?). Sarà riuscito l’esperimento? In ogni caso, comune o no, il sogno c’è stato: prima, durante e dopo.
anita pepe
mostra visitata il 24 marzo 2004
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Beh grande lavoro quello svolto dal QUARTOPITTURA...Peccato che con il biennio è inpensabile approdarvi...Se avessi iniziato dal primo anno sarebbe stato più fattibile...L'età è un limite inposto...