Si incontrano risalendo la panoramica che da Ercolano porta al cratere, lungo la via dell’Osservatorio. L’idea di un percorso “animato” che accompagni la visita al vulcano -indicando una via alternativa al rispetto della sua fisicità- segue ad un preesistente progetto di valorizzazione del Parco e di promozione di iniziative ecocompatibili sul suo territorio. In accordo con i Piani Integrati previsti per l’area della Provincia di Napoli, Creátor Vesevo si aggiunge ai programmi Pit Vesevo e Urban Herculaneum, già indirizzati al recupero ambientale del paesaggio vesuviano e alla sua riqualificazione mediante attività produttive, turistiche e di servizi. Il progetto, da un’idea dell’architetto Massimo Iovino, ha trovato realizzazione a partire dal maggio 2005, quando i bozzetti degli artisti prescelti dal curatore designato Jean Noël Schifano sono pervenuti al Consorzio per la Tutela della Pietra Lavica per la messa in opera delle sculture.
Creature consacrate da parentele totemiche al mostro sacro Vesuvio, generate e non create dalla morsa della sua coltre infernale. Hanno in comune con le pietre delle antiche città vesuviane il fatto di essere state a lungo sepolte, e di aver conservato intatto lo spirito che le informava. Mark Brusse attribuisce
Johannes Grütze fa il verso al cuore tenero dei vulcani, che implacabilmente offrono il ventre rigonfio, metafora di ambigue sorprese; più su la maschera di Pulcinella di Lello Esposito ammicca nascondendo gli occhi e mandando innanzi il naso, personificazione di un genius loci birichino.
L’islandese Rúrí scolpisce un levigato solido dal doppio profilo arrotondato e appuntito e lo intitola Terra vivax, per riferirlo ad una condizione di millenaria instabilità, ribadita dal vacillante assetto su cui poggia la struttura. Il Torso del Vesuvio di Miguel Berrocal sfrutta la classica ambiguità del tema, tra elogio dell’umana bellezza e tirannia del Gigante ribelle, ma il petto minaccioso è opera di un macchinoso incastro, che allude a una frammentaria perfezione. Face au Vésuve di Deni Monfleur è un ritratto di famiglia, nell’istante in cui le pose degli astanti divergono tra loro, attratte in disparate direzioni da misteriosi richiami.
Forse l’ Icaro di Antoni Seguì è finito a testa in giù perché le sue ali di cera hanno sfiorato troppo da vicino il respiro bollente del vulcano? Certo L’angelo del fuoco di Alexandros Fassianos, stele votiva o pietra miliare, segna da presso l’entrata dell’Ade…
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Creátor Vesevo
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carmen metta
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l'iniziativa è interessante peccato che il pulcinella compaia da pertutto come il prezzemolo.prossimamente solo mandolini,pizza e sculture di sofia loren.tanto per infarcire il tutto del giusto provincialismo furbetto.un saluto