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Alda Fendi e il suo “Rhinoceros”

di - 11 Ottobre 2018
Un mecenatismo che non mira ad amplificare il proprio ego ma ad essere un ponte solido tra la comunità locale e l’arte d’avanguardia. L’antico si adorna di vesti nuove che lasciano trasparire la passata maestosità contaminandosi con il contemporaneo, intelligente e attento.
Parla Alda Fendi: «Io voglio dare una scossa all’arte in maniera non convenzionale a differenza degli spazi che esistono attualmente a Roma. L’intento è di ricominciare a vedere l’arte partendo dalla strada, dai problemi sociali, senza avere una programmazione. Avere uno sguardo attento, ogni giorno, su quello che succede per portarlo nell’arte insieme anche – appena arriverà l’”Adolescente” di Michelangelo il prossimo 14 dicembre – a uno scambio diretto con l’Hermitage di San Pietroburgo. In questo contesto l’arte antica avrà comunque una contaminazione con l’arte contemporanea. (…) Un accordo importante quello instaurato con l’Hermirage intanto perché tutte le opere che “importerò” le offrirò al pubblico gratuitamente, iniziando con l’”Adolescente” del Michelangelo (evento raro per un privato) e successivamente tutte le altre. Io ho dato vita alla mia Fondazione nel 2001 e, sin dall’inizio, tutte le iniziative culturali sono state gratuite. Diciamo che la missione della Fondazione è che produca “esperimenti”. Quest’ultimi devono essere molto all’avanguardia e devono essere un regalo al pubblico. La gente deve potersi avvicinare all’arte senza dover pagare il biglietto. Non è giusto che qualcuno se lo possa permettere e altri no! Motivo per cui ho richiesto l’illuminazione sull’Arco di Giano. Ho deciso di illuminare a vita questo storico monumento come regalo alla città. Un dono che porta la firma prestigiosa di Vittorio Storaro (tre premi Oscar) che insieme alla figlia Francesca ha ideato questa installazione. Ho seguito l’intero processo del progetto e ho potuto notare l’estrema attenzione riservata, gli studi approfonditi per poter risalire al significato intrinseco della luce nella storia, dall’alba al tramonto, e cosa volesse dire questo arco di quattro porte durante i periodi bellicosi. Vittorio e Francesca Storaro hanno sviluppato quest’illuminazione in maniera geniale e io sono molto contenta che Roma, finalmente, abbia questa luce che illumini un posto così importante, nel luogo dove è nata l’antica città. Un luogo importante che i politici hanno abbandonato a sé stesso per anni. (…) L’accordo con il museo di San Pietroburgo svilupperà uno “scambio” che non riguarderà solo le opere, ma anche gli artisti che saranno ospitati dalla Fondazione. Questi appartamenti saranno sicuramente abitati da artisti, collezionisti, mecenati, da persone che comunque amano sia Roma che l’arte. Gli ospiti avranno il privilegio di vivere dentro un palazzo a contatto con i monumenti più importanti del mondo vivendo l’arte, un’arte d’avanguardia e non concepita in maniera convenzionale. Bisogna far rinascere l’arte perché è stata distrutta».
L’area dove si trova l’edificio Rhinoceros è una zona dall’importanza storico artistica notevole, basti pensare ai monumenti e le zone che la circondano: la chiesa di San Giorgio al Velabro (VII secolo), l’Arco degli Argentari (203-204 d.C.), il Foro Boario con i templi di Hercules Victor detto Olivarius e di Portunus, il Palatino (sede della magnificenza romana pre e post epoca imperiale, fino al IV secolo). Il palazzo Rhinoceros si trova vicino all’Arco di Giano e alla chiesa di San Giorgio al Velabro. Le sapienti mani dell’architetto star Jean Nouvel hanno saputo dare un nuovo volto all’immobile senza sconvolgerlo esternamente. L’armonia strutturale e materiale con i monumenti che lo circondano è rimasta inalterata. Jean Nouvel, che per la prima volta si trova a lavorare in Italia (e nello specifico a Roma), ha saputo tenere conto delle stratificazioni che hanno caratterizzato l’immobile secentesco. Le mura interne, che fino a quel momento furono testimoni di pensieri e di situazioni, adesso ne custodiscono i segreti rompendo gli schemi con i materiali freddi e “industriali” utilizzati dall’architetto. Un arredamento semplice ed essenziale compone i diversi appartamenti. Ognuno di questi è provvisto di una parete semimobile adiacente alla finestra. Questi pannelli, raffiguranti particolari pre-restauro delle vecchie stanze, sono rivolti all’esterno dando la possibilità a chiunque di vedere le diverse fasi dell’operazione di rigenerazione.
Oggi Alda Fendi, insieme alle figlie e alla direzione artistica di Raffaele Curi, ha dato vita a un progetto importante, donando a Roma quell’importanza che gli era stata negata da tempo «(…) Un ampio ventaglio di eventi che avranno l’obiettivo della condivisione e della divulgazione che non seguirà uno schema fisso ma sarà “in un continuo divenire”. Come se la strada portasse l’arte dentro casa». (Valentina Muzi)
In alto: Fondazione Alda Fendi – Esperimenti Rhinoceros, credit Pino Le Pera
In homepage: Fondazione Alda Fendi Esperimenti. Architect Jean Nouvel. Photo Gionata Xerra
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