Categorie: Opening

I dittici di Silvia Sasso al Frantoio: ecco tutte le opere esposte

di - 14 Agosto 2020

A Capalbio (Grosseto), negli spazio dell’Associazione Culturale Il Frantoio, oggi, 14 agosto, alle 19.30 la fotografa Silvia Sasso (1973, Roma) incontra il pubblico per raccontare la personale “Vista da dentro”, aperta da due giorni e di cui qui potete trovare tutte le opere esposte.

La mostra si colloca nel progetto “Temporary Art” e, dopo il lavori di Dimitri Angelini, Maurizio Savini e Francesca Beatrice Borri, sono le opere di Silvia Sasso a occupare lo spot dello spazio espositivo dell’Associazione Culturale Il Frantoio.

Le fotografie in mostra

Il percorso espositivo presenta dodici dittici che la fotografa ha realizzato durante i mesi scorsi, ritraendo uno dei suoi figli: «”Vista da dentro” è il racconto del lockdown attraverso gli occhi di un bambino che, improvvisamente, si è visto privare di tutto ciò che credeva normale. […] Una narrazione che Silvia Sasso ha realizzato usando ancora una volta il rapporto fra oggetto e soggetto, attraverso il linguaggio binario del dittico.
Oggetti in qualche modo simbolo del Covid-19 reinterpretati con il candore, la fragilità ma anche la capacità di immaginazione che solo l’anima giovane di un bambino può avere», hanno spiegato gli organizzatori.

Silvia Sasso, Hope, 2020, courtesy l’artista

Abbiamo posto alcune domanda a Silvia Sasso sul suo rapporto con la fotografia e sulla mostra.

Che cosa ti ha spinto a passare dalla pubblicità  alla fotografia?

«In realtà non sono passata dalla pubblicità alla fotografia, o comunque non ancora.
Continuo a lavorare in pubblicità, vivendo i ritmi serrati e rispettando le leggi di mercato che questo mondo impone. E forse proprio per questo ho iniziato a fotografare. Grazie alla pubblicità ho avuto la fortuna di lavorare con grandi professionisti: art directors, fotografi e registi mi hanno insegnato a guardare il mondo con attenzione e curiosità e a restituire l’interpretazione dello stesso da un punto di vista più originale, il proprio. Prendere in mano una macchina fotografica e indagare quale fosse la mia visione, è stata più un’urgenza emotiva che una scelta razionale.
Libera dalle logiche del marketing, ho potuto indagare, esplorare e quindi alla fine comunicare un mio messaggio.
Della pubblicità conservo il rigore, la pulizia stilistica e sicuramente la volontà di dar vita a contenuti chiari, sintetici ma allo stesso tempo capaci di evocare emozioni comuni e comprensibili, anche se con una certa originalità».

Silvia Sasso, Where do the children play, 2020, courtesy l’artista
Quali sono gli aspetti centrali e i temi della tua ricerca fotografica?

«Ho iniziato il mio percorso all’Istituto Superiore di Fotografia, partendo dal ritratto e nonostante abbia poi conseguito il Master in fotografia di moda, il legame con la “persona” ha continuato a essere il fulcro della mia ricerca.
Nasco quindi e continuo a essere una ritrattista nel senso che quello che mi interessa è raccontare la persona, conoscerne l’essenza. È in questa direzione, o con questo obiettivo, che ho iniziato a indagare la femminilità.
Ho così dapprima inseguito modalità di rappresentazione del femminile imposte da modelli sociali o culturali, provando a demolirle o comunque a superarle per arrivare ad un archetipo di donna ontologicamente puro.
I ritratti hanno pian piano iniziato a perdere la specificità del singolo, privati di qualsivoglia ancoraggio al reale.
“Ritratte”, la mia prima personale, è proprio la narrazione dell’io femminile in qualunque dimensione spazio temporale.
“Fissata” in qualche modo l’essenza del femminile, ho voluto superarla destrutturandola e scomponendola.
Ho quindi cercato di mettere in comunicazione questo assoluto ontologico svelando relazioni nascoste con elementi esterni, relazioni che si manifestano solo nel momento in cui si crea il legame fra loro.
La prospettiva sul femminile diventa così relazione binaria fra parti umane e parti inanimate come quello fra la schiena di una donna e una foglia di verza o fra il seno e una mela».

Silvia Sasso, Where do the children play, 2020, courtesy l’artista
Come si sviluppa il percorso espositivo della tua personale “Vista da dentro”?

«“Vista da dentro” è il racconto del lockdown attraverso gli occhi di un bambino che, improvvisamente, si è visto privato di tutto ciò che credeva normale. Un bambino che ha dovuto imparare a guardare il mondo da lontano e ad aspettare cercando nuovi modi di vivere la propria infanzia; ma sopratutto ha dovuto imparare a riconoscere la sofferenza e ad accettarla, perché sapeva che prima o poi sarebbe passata.
Riproponendo il linguaggio binario del dittico, ho usato da un lato elementi diventati simboli del Covid-19, dall’altro oggetti appartenenti all’universo infantile per associarli, appunto, alle emozioni di un bambino intrappolato con se stesso.
Nove dittici stampati in grandi dimensioni e allestititi insieme come fossero un’unica maxi-affissione di 4×3 metri, fanno esplodere i diversi momenti o tappe che hanno segnato i 40 giorni di chiusura e attesa: dall’identificazione del virus, al bollettino medico della televisione, fino alla speranza in un mondo che seppur malato stava cercando di salvarsi.
La scelta espositiva, per certi aspetti in contrasto con l’intimità delle singole opere, intende gridare il messaggio che deriva solo da una lettura del progetto nella sua interezza: una visione del mondo e del particolare momento storico, proiettata verso il futuro, quindi aperta nonostante la chiusura».

Silvia Sasso, Waiting, 2020, courtesy l’artista
Quali mostre hai in programma per i prossimi mesi?

«A fine ottobre, spero, esporrò finalmente a Fondamenta Gallery. È una mostra che era stata programmata a marzo, ma che per ovvi motivi abbiamo dovuto rimandare. Il progetto dal titolo “Proiezioni” rappresenta proprio il passaggio dall’identificazione dell’io femminile alla sua destrutturazione. È un lavoro a cui sono molto legata anche perché il progetto espositivo prevede, appunto, anche una proiezione delle diverse opere esposte con l’obiettivo di negare o quanto meno mettere in dubbio proprio ciò che le singole opere intendono raccontare.
In qualche modo fotograficamente rintraccio delle relazioni all’interno dei singoli dittici che nego attraverso la proiezione. Ma non voglio svelare di più di questo “esperimento” artistico il cui fine ultimo è proprio l’affermazione che ognuno di noi ha una propria visione del mondo: basta trovare lo strumento per raccontarla».

Silvia Sasso, Air Storage, 2020, courtesy l'artistamore
Silvia Sasso, Bad News, 2020, courtesy l'artistamore
Silvia Sasso, Heart, 2020, courtesy l'artistamore
Silvia Sasso, No Air, 2020, courtesy l'artistamore
Silvia Sasso, Breath, 2020, courtesy l'artistamore
Silvia Sasso, Breath, 2020, courtesy l'artistamore
Silvia Sasso, Freedom, 2020, courtesy l'artistamore

Condividi
Tag: 'Associazione Culturale Il Frantoio Capalbio Dimitri Angelini Fondamenta Gallery Francesca Beatrice Borri Il Frantoio Istituto Superiore di Fotografia Maurizio Savini Silvia Sasso

Articoli recenti

  • Mostre

Un volo nell’astrazione: da Kandinsky a tutta l’Italia del primo Novecento

Al MA*GA di Gallarate, fino al 12 aprile 2026, il racconto di come si irradia in Italia l’astratto a partire…

27 Dicembre 2025 16:20
  • Arte contemporanea

Il MACRO di Roma riapre le porte con una intera programmazione dedicata alla città

Dopo una lunga attesa, parte ufficialmente la direzione di Cristiana Perrella: oltre alla grande mostra UNAROMA, dedicata allo scambio intergenerazionale…

27 Dicembre 2025 15:00
  • Arte contemporanea

La mostra di John Armleder a Ginevra è come un mercatino delle feste

John Armleder gioca con l'eterna ambiguità tra opera e merce, per proporre una concezione allargata dell’arte. E la mostra al…

27 Dicembre 2025 13:30
  • Fotografia

L’ultimo regalo di Martin Parr è stato il colore delle cose di tutti

In un’epoca che sottrae presenza alle cose, il grande fotografo Martin Parr ha lasciato un’eredità che appartiene a tutti: la…

27 Dicembre 2025 12:30
  • Mercato

Mercato dell’arte 2025: storia e cronistoria dell’anno che sta per finire

Fiere, aste, collezionisti, maxi aggiudicazioni. Un racconto per frame, per picchi, per schianti, più o meno approfonditi e intrecciati tra loro,…

27 Dicembre 2025 12:22
  • Mostre

L’eternità in mostra alle Scuderie del Quirinale, con i tesori dei Faraoni

La nuova mostra nel museo capitolino propone un'esplorazione unica nell'antica cultura egizia: preziosissimi reperti dai Musei del Cairo e di…

27 Dicembre 2025 11:34