Ti va di raccontare qualcosa di personale?
Fumo tanto tabacco. Ultimamente sono irascibile e non faccio più apnea. Chi ha praticato apnea sa cosa significa scendere nel blu e desiderare di continuare, finché capisci che devi risalire per evitare l’ebbrezza da profondità: una soglia sottile, che ti mette davanti al limite.
Sei soddisfatto di come viene recepita l’arte contemporanea?
Nel concreto che rapporti hai con gli addetti ai lavori?
“Rapporti occasionali”… con alcuni prendo le dovute precauzioni, con altri mi lascio andare fino all’eccesso. Tendenzialmente sono curioso di sapere come i critici, ma anche il pubblico in genere, accolgono un mio lavoro. Con la stampa dipende da quanto sono rilassato e ben disposto a colloquiare… Mai fare affermazioni prima di essersi ben rilassati, magari dopo aver bevuto un Pernod!
Attualmente chi è più sintonizzato su ciò che fai?
In questo momento credo che Gigiotto Del Vecchio abbia intuito quali siano le potenzialità del mio lavoro. Ad ogni modo per un’interpretazione profonda ci vuole tempo, frequentazione… bisogna saper attendere.
Vuoi fare altri nomi?
Le persone più importanti per me sono quelle con cui passo più tempo nell’arco di una giornata, perché sono assolutamente in balia degli umori di chi mi circonda… Questa cosa è terribile! Importante, comunque, è chi paga bene!
Come vivi il rapporto con i tuoi galleristi?
È un compromesso continuo, a volte con profonda noia, altre con grande esaltazione. È importante capire quando è il momento per affondare o schivare un colpo, ma solitamente non faccio calcoli o, se li faccio, sono sempre sbagliati.
Che mi dici di Berlino?
Berlino è la città che, insieme a Praga, amo più di tutte, ma non so se ci resterò ancora per molto. Credo ci sia bisogno di scoprire nelle pieghe e negli anfratti di ogni luogo qualcosa di misterioso: sotto questo aspetto Berlino è una città piena di cupo mistero, piena soprattutto di fantasmi… La cambierei solo con New York: lì mi sono sentito a casa… Comunque vivo tra Berlino, Palermo e Napoli.
Una mostra da non dimenticare?
La prossima: credo più a quanto ancora non è e tendenzialmente non m’innamoro mai di quello che faccio. Solo se è passato molto tempo da una cosa, mi dà gioia rivederla.
Chi secondo te ha delle chance per emergere sulla scena internazionale?
A parte me? Chi produce carta moneta, la fa girare e può inflazionarla.
Un intoccabile assolutamente sopravvalutato?
Un’artista a caso: la Abramovic. Le ultime performance sono una prova esatta di cosa siano lo svilimento e la retorica.
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exibinterviste – la giovane arte è una rubrica a cura di pericle guaglianone
*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 43. Te l’eri perso?Abbonati!
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