Categorie: Personaggi

Perché l’arte arriva in azienda?

di e - 7 Gennaio 2019
Sergio Rossi è un brand italiano che ha deciso di realizzare, grazie alla lungimiranza e all’energia dell’amministratore delegato Riccardo Sciutto, che da quasi tre anni porta avanti il brand, una collezione di arte contemporanea tutta italiana insieme alla curatrice Rossella Farinotti, che da un anno collabora con il team. Una specificità: le opere, per ora, sono state pensate e realizzate site specific per quello spazio che altro non è che il “contenitore” di tutto il processo di realizzazione delle scarpe, che seguono più di cento passaggi realizzati a mano dagli artigiani. Il “Magic Kingdom” è infatti un incubatore di operatività: maestranze al lavoro, più di 100 scarpe prodotte al giorno per poi essere diffuse internazionalmente e, ora, un piccolo museo proprio qui, in azienda.
L’”inviato speciale” di Exibart stavolta è il giovane Lorenzo Perini Natali che, oltre ad essere collezionista di Vedovamazzei, Davide Allieri ed Ettore Favini, i primi tre artisti italiani invitati, ha anche un passato nel mondo dell’industria. Ecco cosa è uscito dalla conversazione con Sciutto, dopo una visita alla sede dell’azienda a San Mauro Pascoli.
Quando Rossella Farinotti mi ha raccontato che l’avevi chiamata per iniziare a intraprendere la strada per costituire una collezione aziendale in Sergio Rossi mi sono subito interessato a questo progetto. Sia per la passione nell’arte, sia per un background specifico: sono cresciuto anch’io nelle aziende del gruppo della mia famiglia, dove ho lavorato prima di dedicarmi all’arte contemporanea, attraverso gli studi in NABA e il collezionismo. Come è nata l’idea della collezione Sergio Rossi?
«Prima di tutto ho pensato a far rinascere l’azienda come prodotto e come struttura aziendale. Sergio Rossi è un’azienda che meritava di tornare allo splendore di un tempo. Quando infatti è tornata a funzionare in qualità e operatività, siccome l’edificio è veramente spettacolare, ho voluto valorizzarlo con quello che per me è fondamentale in Italia, oltre al made in Italy, ovvero la cultura e l’arte».
Ettore Favini per The Magic Kingdom. Sergio Rossi per l’arte contemporanea
Un’altra cosa che mi ha incuriosito è il fatto che hai selezionato artisti che ho anch’io in collezione: i Vedovamazzei, Ettore Favini e Davide Allieri. Artisti italiani di generazioni diverse e percorsi diversi, con tre installazioni realizzate appositamente per lo spazio. È interessante vedere, all’interno della sede, come ognuno di loro abbia interagito con lo spazio, studiandosi il proprio luogo per l’opera.
«Si, insieme a Rossella Farinotti ho voluto iniziare la collezione con artisti italiani, perché siamo in Italia, una nazione di arte e cultura, appunto, e sono voluto partire proprio da casa nostra, da noi, dal nostro bellissimo Paese».
È importante l’installazione dei diversi lavori: dal “billboard” dal titolo Billdor di Davide Allieri, posizionato in alto, sull’esterno della fabbrica rivolto verso l’autostrada, al numero di telefono in neon dell’azienda scritto da te, con la tua calligrafia come firma di un luogo, realizzato dai Vedovamazzei e posto nella prima sala all’ingresso dell’azienda, vicino alla Vela al terzo di Ettore Favini, installata proprio all’ingresso della manovia, dove si trova l’entrata nel settore di produzione, passaggio quotidiano degli artigiani. Sono scelte perfette a mio parere. Sono opere che possono essere viste da chi guida sull’autostrada Adriatica, da chi attende di essere ricevuto in azienda per una riunione o dagli operai prima di entrare al lavoro.
«Come ti dicevo prima, abbiamo la fortuna di avere degli spazi bellissimi, ho voluto costruire l’archivio delle scarpe nei decenni di vita dell’azienda, creare un ambiente di cultura al suo interno e sto inoltre pensando, oltre al far crescere la collezione con altre opere, di organizzare delle visite delle famiglie alla collezione e, poi, di inserire una sala cinema in azienda».
Davide Allieri per The Magic Kingdom. Sergio Rossi per l’arte contemporanea
Un altro fattore che mi ha interessato molto è stato sapere che è avvenuta una collaborazione di produzione di un’opera in particolare insieme ai dipendenti della fabbrica. La produzione industriale, soprattutto in relazione all’arte contemporanea, è parte fondamentale dell’opera. Come si è sviluppato questo rapporto con la produzione?
«Le vele di Ettore Favini, infatti, sono state prodotte con i materiali utilizzati per la creazione delle nostre scarpe e poi cucite a mano, insieme. L’artista ha passato giorni in azienda con i nostri dipendenti e all’interno del nostro magazzino a scegliere i diversi tipi di materiali e pellami per poi mettere insieme le sue opere».
Lorenzo Perini Natali

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