Tempo lineare e tempo ciclico. Lorenzo Guzzini, XI Premio Cramum, 2025
Un campanile contemporaneo alto cinque metri, che ogni giorno a mezzogiorno farà udire il suo rintocco nel paesaggio umbro, ricordandoci chi siamo, scandendo un tempo che è insieme umano e naturale. È Tempo lineare e tempo ciclico di Lorenzo Guzzini, l’opera vincitrice dell’XI Premio Cramum per l’arte contemporanea, presentata il 26 giugno 2025 all’Arena Listone Giordano di Milano e destinata a trovare dimora permanente nel parco della Cantina Terre Margaritelli. Il tema scelto per questa edizione, Il Tempo della Terra, invitava a pensare l’opera d’arte come traccia duratura, in ascolto dei ritmi profondi del mondo naturale.
«L’opera Tempo lineare e tempo ciclico di Lorenzo Guzzini interpreta con sensibilità e potenza visiva il tema dell’edizione, affrontando il tempo come doppia dimensione: lineare per l’essere umano, ciclica per la natura», si legge nelle motivazioni della giuria, composta da Sabino Maria Frassà, Direttore dell’XI Premio Cramum, Andrea Margaritelli, in qualità di Presidente della Giuria, Tiziana D’Acchille, Franco Mazzucchelli, Fulvio Morella, Marco Tortoioli Ricci, Carla Tolomeo, Luca Zevi. «L’opera – una campana che si fa campanile – si inserisce con sobria autorevolezza nel paesaggio, diventando riferimento visivo e sonoro. Il rintocco quotidiano a mezzogiorno evoca una geografia dell’esistenza, richiamando l’equilibrio tra lavoro e contemplazione, tra materia e spirito. Pensata per maturare con il luogo, l’opera rappresenta pienamente la maturità artistica: sintesi di esperienza, consapevolezza e capacità generativa. Un’arte resistente all’effimero, radicata nel tempo, nella terra e nella comunità», continua la giuria.
Dunque, l’opera di Guzzini interviene nello spazio trasformandolo in un luogo di riflessione, invitando a fermarsi per considerare il proprio tempo. «Con Tempo lineare e tempo ciclico, Lorenzo Guzzini continua la sua ricerca sul rapporto tra forma essenziale, materia e percezione, dove architettura e arte si fondono in un unico linguaggio», racconta Frassà.
«In quest’opera, il tempo non è rappresentato in modo astratto, ma restituito come esperienza concreta e quotidiana. Se per l’essere umano il tempo è percepito come lineare, la terra – come mostra Guzzini – lo vive secondo un ritmo ciclico, segnato dal ritorno delle stagioni e dei gesti che nutrono e rigenerano. L’opera, sintesi di campana e campanile, si staglia nel paesaggio umbro come una presenza silenziosa ma costante: verticale, essenziale, ascoltante. Il suo rintocco quotidiano a mezzogiorno diventa rito, orientamento, memoria condivisa. Come scriveva John Donne: “Non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te”. Non è un suono nostalgico, ma un invito a fermarsi, riflettere, ricordare chi siamo. Evoca il ritmo dell’ora et labora, e ci riconnette a un tempo più umano e naturale. In quel rintocco risuona anche l’eco di Giacomo Leopardi: “La campana suonava a giorno. L’eco tornava come un cuculo nella valle”. La materia stessa dell’opera, viva e segnata dal tempo – passato e futuro – si confronta con la sua forma pura, in tensione tra fatica e spiritualità».
«Come la terra che ci ispira, anche l’arte – così come l’architettura e il design – deve saper accogliere il cambiamento, non temerlo», ha commentato Margaritelli. «L’opera di Lorenzo Guzzini incarna questo principio con forza e misura. Solo ciò che cresce lentamente, sedimenta senso e identità, può rivelare nel tempo la propria autenticità e il proprio valore più duraturo».
Nato a Recanati nel 1983, Lorenzo Guzzini è architetto e artista. Dopo la laurea presso l’AAM in Svizzera e esperienze professionali tra Inghilterra, Irlanda e Portogallo, Guzzini ha fondato nel 2010 il proprio studio-atelier tra Milano e Como, dove porta avanti una ricerca che unisce arte e architettura in una costante attenzione alla percezione umana dello spazio e del tempo. Nel 2025 ha ottenuto la cattedra di Architettura degli Interni presso la Scuola Politecnica di Design di Milano, dove insegna Perceiving the Space.
La sua pratica è radicata in un’indagine sulle geometrie elementari e sulla materia, che viene interpretata non come oggetto astratto ma come presenza viva, in dialogo con il contesto e con l’esperienza umana. In Tempo lineare e tempo ciclico, questa ricerca trova una sintesi limpida, radicandosi nel paesaggio umbro con una verticalità essenziale, che ascolta e restituisce la voce del luogo.
Fondato nel 2013 e sostenuto da Cramum, progetto non profit dedicato alla promozione delle eccellenze artistiche italiane e internazionali, l’omonimo Premio ha saputo trasformarsi nel tempo: nato per sostenere artisti under 40, dall’XI edizione si concentra sulla valorizzazione della maturità artistica, indipendentemente dall’età o dal percorso professionale.
Tra i vincitori del Premio Cramum si annoverano, in ordine cronologico di premiazione: Daniele Salvalai (2013), Paolo Peroni (2014), Francesca Piovesan (2015), Matteo Fato (2016), Giulia Manfredi (2017), Andreas Senoner (2018), Ludovico Bomben (2019), Stefano Cescon (2021), Giulia Nelli (2022), Enrico Antonello (2024) e Lorenzo Guzzini (2025). Con oltre 70 mostre organizzate in Italia e all’estero e la Medaglia del Presidente della Repubblica ricevuta nel 2015, Cramum dimostra come l’arte possa essere strumento di rigenerazione culturale, capace di trasformare lo sguardo e i luoghi.
I finalisti dell’edizione 2025 del Premio Cramum, selezionati dal Direttore Frassà insieme al Presidente Margaritelli, erano Luca Antonio Bonifacio (1968), architetto e artista; BohoB (Marialaura Calogero, Matteo Pennisi e Graziano Testa), architetti; Margherita Burcini (1984), scenografa e designer; Livia Paola Di Chiara (1981), artista; Marco Nones (1966), artista; Marco Paghera (1980), artista; Andrea Papi (1985), designer; Giulio Rosi (1990), architetto e designer; Alfredo Vanotti (1978), architetto, in collaborazione con Fabio Sciuchetti, oltre al vincitore Lorenzo Guzzini.
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…
Talk, inaugurazioni, musei aperti, gallerie in rete, nuove mostre e il Premio WineWise per una gita fuori porta: gli appuntamenti…
A Milano, dal 5 dicembre 2025, apre Ambrosius, il nuovo percorso museale della Basilica, che intreccia patrimonio storico, ricerca scientifica…