Arte da sentire: al MARCA di Catanzaro, il progetto di Giacomo Zaganelli

di - 14 Luglio 2021

C’è qualcosa, nell’arte, che va oltre la vista, sensazioni e impressioni che si avvertono “attraverso” anche altri sensi. Grazie allo sviluppo di apposite tecnologie fruitive ma anche per una consapevolezza inclusiva più diffusa, non sono ormai così rare le iniziative specifiche rivolte alle persone con deficit visivi, per superare finalmente quella barriera che rendeva difficile, escludente, la relazione con i patrimoni artistici dei musei e dei siti culturali. In questo ambito agisce “Tattilmente”, progetto dell’artista Giacomo Zaganelli svoltosi al MARCA Open – Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro, che ha interpretato l’emergenza pandemica come opportunità per volgere le attenzioni della società verso dimensioni quotidiane meno considerate dalla collettività. Focus del progetto, la relazione delle persone non vedenti e ipovedenti con le opere d’arte della collezione del MARCA.

«L’intenzione è stata quella di far interagire tattilmente un gruppo di non vedenti/ipovedenti con alcune delle sculture del Marca Open precedentemente selezionate, in modo tale che essi potessero descriverne a parole, in tempo reale, l’idea/immagine mentale che è loro scaturita attraverso il processo attivato», spiegano gli organizzatori del progetto, curato di Silvia Pujia all’interno dell’iniziativa DI.CO. Educazione, promossa dall’Associazione DI.CO., in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Sezione di Catanzaro e il MARCA.

Attivando una ulteriore dimensione di scambio, l’esperienza di interazione è stata condotta da Zaganelli da remoto nel mese di maggio scorso ed è stata video-documentata. Registrati anche i racconti vocali, restituiti in due modalità: un libro d’artista realizzato a mano in braille presso la Stamperia Braille di Firenze e una traccia audio caricata, insieme a tutta la documentazione fotografica del progetto, sul sito web del MARCA.

«La collezione del Parco Internazionale di Scultura di Catanzaro, anziché attraverso la vista – senso dominante dell’era tecnologica – viene fruita attraverso il tatto, uno dei cinque sensi ai quali nella maggior parte dei casi la relazione con l’Arte stessa è vietata, soprattutto presso le istituzioni museali. Un’insolita testimonianza durante uno dei più insoliti momenti della nostra storia recente».

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