Namsal Siedlecki, Trevis Maponos, 2020, argento, dimensioni variabili. Veduta dell'installazione in Endless Nostalghia, Piazza delle Sorgenti, Bagno Vignoni, SI, IT, 2020. Courtesy dell’artista, Magazzino, Roma, 101 Numeri Pari e Treti Galaxie. Foto: Flavio Pescatori
Alcuni film scorrono all’infinito, le loro storie procedono al di là degli schermi, avviando quel misterioso meccanismo del ricordo o dell’identificazione, che lascia sovrapporre le immagini ad altri e distanti pensieri. Un processo di sovrascrittura ma anche di riscoperta, è quello messo in moto Endless Nostalghia, progetto cura di Treti Galaxie e presentato da 101 Numeri Pari, che ci invita a esplorare gli incredibili luoghi di Nostalghia, penultimo film del grande Andrej Tarkovskij. Contesti urbani o rurali, in rovina o monumentali, che nella pellicola del regista russo riecheggiavano di un’atmosfera segnata da alienazione e separatezza e che, in questo progetto, schiudono la possibilità di nuovi immaginari, riattivati, rifunzionalizzati, reinterpretati dalle opere di Giorgio Andreotta Calò, Monia Ben Hamouda, Michele Gabriele, Lucia Leuci, Namsal Siedlecki.
Fortemente autobiografica, la pellicola racconta la storia del poeta Andrej Gorčakov, in viaggio in Italia per scrivere la biografia di un compositore russo del XVIII secolo, Andrej Sosnovskij. Nel corso delle sue ricerche, Gorčakov entra in contatto con Domenico, un uomo considerato un folle, che gli affida una missione, anzi, il compimento di un rito: attraversare con una candela accesa la piscina di acque termali di Bagno Vignoni, luogo termale dalle antiche origini. Nel film prevalgono gli accenti del dolore e della lontananza, sottolineati da inquadrature in cui i paesaggi italiani sono permeati da rimandi alla campagna russa, tanto amata dal regista.
I lavori degli artisti coinvolti per Endless Nostalghia seguono le tappe più significative e suggestive di questo viaggio, portandovi le proprie voci. Le opere Medusa (2016) e Pinna Nobilis (2016-17) di Giorgio Andreotta Calò sono state installate tra le rovine della Chiesa Sommersa di Santa Maria in Vittorino, nei pressi di Cittaducale. Le sculture in argento della serie Trevis Maponos (2020), di Namsal Siedlecki, emergono dalla vasca di acqua termale di Piazza delle Sorgenti, a Bagno Vignoni. L’opera di Lucia Leuci, Sculpture (Piero), realizzata per l’occasione, entra in dialogo con l’affresco di Piero Della Francesca custodito nel Museo della Madonna del Parto di Monterchi. Realizzate appositamente per il progetto anche le opere di Monia Ben Hamouda, Blair (2020), e di Michele Gabriele, Sitting on the ground, so I will remember it as a nice atmosphere (2020), installate rispettivamente in Piazza del Campidoglio e tra Piazza del Campidoglio e via dei Condotti, a Roma.
Endless Nostalghia diventa così un progetto espositivo diffuso tra la Toscana e il Lazio ma impossibile da visitare – considerando le misure di sicurezza per contrastare la diffusione del Covid-19 – tranne che sulla dimensione ulteriore del web. Sul sito endlessnostalghia.com, infatti, è possibile percorrere la documentazione fotografica riferita a ognuna delle opere. Il materiale visivo è organizzato in maniera randomica, per rendere l’esperienza del progetto come un corso ogni volta diverso, a seconda del momento e del fruitore, richiamando tanto una certa estetica del montaggio che il senso della fluidità, fondamentale nella ricerca di Tarkovskij. Ogni immagine è accompagnata da approfondimenti testuali e indicazioni topografiche dei luoghi, con i link a Google Maps.
«Tra gli scopi dell’iniziativa vi sono quelli di valorizzare e promuovere i territori che hanno ospitato le riprese del film, incentivando il pubblico a visitare di persona i luoghi fisici di ciascun intervento in un momento critico per il settore turistico e culturale sia a livello regionale che nazionale», hanno spiegato gli organizzatori. «Per questo, il sito verrà aggiornato nel tempo con contenuti segreti, suggerimenti e itinerari per permettere a tutti di esplorare, non solo digitalmente, i capitoli di cui si compone la mostra».
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