Etn!k, Artscape, 2023, Vänersborg. Courtesy IIC Stoccolma
Tra il 14 e il 25 agosto scorsi, Etn!k è stato uno dei nove street-artist svedesi e internazionali invitati a realizzare un murale a Vänersborg per il festival Artscape, un’iniziativa organizzata dall’Associazione Artscape che si tiene ogni anno in una città diversa della Svezia, con l’obiettivo di valorizzare l’arte murale come arte pubblica, e di cui l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma è partner.
Etn!k, pseudonimo di Alessandro Battisti, è una delle figure più longeve della street art italiana. Ha cominciato a dipingere graffiti nei primi anni ’90 ed è diventato un artista prominente nella street art italiana all’inizio degli anni 2000 con un muralismo sperimentale che mescola le classiche tag con forme architetturali. La sua arte, caratterizzata da un effetto 3D, sembra tratta da un videogioco, combinando forme geometriche colorate al fine di creare strutture urbane futuristiche. Etnik mira a rappresentare la città e metterla in discussione tramite composizioni astratte, che siano dipinti, sculture o installazioni. È nato a Stoccolma, ma vive e lavora a Torino.
Vänersborg è una città idilliaca sulle sponde meridionali del lago Vänern. Una destinazione estiva molto frequentata, con un forte patrimonio culturale e un centro cittadino vivace. L’edizione inaugurata l’1 settembre, è legata alla reinterpretazione della storia dell’arte in una forma che ricorda il gioco del telefono senza fili. Gli organizzatori hanno scelto nove opere d’arte famose e chiesto ad altrettanti scrittori locali di comporre un breve testo ispirato a ognuna di esse. A quel punto, ciascuno degli street-artist ha ricevuto uno dei testi da usare come punto di partenza per la propria creazione, senza sapere quale fosse l’opera d’arte a cui gli scrittori si erano precedentemente ispirati. L’idea di fondo è quella di porre in rilievo il passaggio da un registro semiotico all’altro: da immagine a testo, da testo a immagine.
Etn!k è partito dalla celebre Composition with Red Blue and Yellow di Piet Mondrian, poi rielaborata così dallo scrittore Max Dahllöf :
«La bellezza è rimasta…
Ha portato tutto con sé.
Non ho più niente da dire, niente da esprimere.
Qui mi siedo vuoto, con i miei spigoli vivi. Quadrato su un pianeta rotondo.
Quando tutto ciò che è bello viene portato via, ciò che rimane è un appartamento da scapolo. Dove ha lasciato un cuscino rosso, uno blu e uno giallo.
Indosso i vestiti nuovi dell’imperatore».
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