Palazzo del Governatore a Parma.
La GNAMC – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e il Comune di Parma hanno firmato un nuovo protocollo d’intesa, una collaborazione biennale che vedrà la città emiliana accogliere, studiare e valorizzare la collezione del museo. A inaugurare questo sodalizio sarà Giacomo Balla, un universo di luce, una mostra monografica dedicata al maestro futurista, ospitata dal 5 ottobre 2025 al 2 febbraio 2026 nelle sale del Palazzo del Governatore. Si estende così la rete di partnership della GNAMC, che lo scorso anno aveva stretto una intesa con la Pinacoteca di Brera, in collaborazione con Banca Ifis.
Il protocollo tra la Galleria Nazionale di Roma e Parma rappresenta un vero e proprio patto di rilancio culturale. «Sono molto soddisfatta dell’accordo col Comune di Parma che presentiamo stamattina che offre alla Galleria l’opportunità di tornare ad essere un punto di riferimento nazionale per l’arte moderna e contemporanea», ha sottolineato Renata Cristina Mazzantini, direttrice della GNAMC, intervenuta alla presentazione pubblica del protocollo. «La mostra di Balla, che espone tutte le opere dell’artista presenti in collezione, è prodotta e concepita internamente al museo e quindi rappresenta anche una preziosa occasione di studio e di approfondimento».
Anche per Lorenzo Lavagetto, vicesindaco e assessore alla cultura di Parma, il progetto segna una svolta: «Grazie a questa importante sinergia che viene siglata oggi, Parma troverà in ambito artistico e culturale vitalità, impatto e nuova bellezza. Esprimo grande soddisfazione per questa collaborazione biennale che diventa operativa, certo che Parma apprezzerà il valore di opere straordinarie e di livello nazionale, grazie a cui il Palazzo del Governatore troverà nuovo slancio e rafforzerà la sua principale vocazione espositiva, accrescendo inoltre la propria attrattività turistica».
Il cuore del progetto è Giacomo Balla, un universo di luce, mostra coprodotta dal Comune di Parma con il sostegno della Fondazione Cariparma, la collaborazione di Solares Fondazione delle Arti e il coordinamento scientifico di Simona Tosini Pizzetti. Curata da Renata Cristina Mazzantini e Cesare Biasini Selvaggi con la collaborazione di Elena Gigli, l’esposizione si configura come la più completa rassegna dedicata a Balla fuori dalla sede della Galleria Nazionale, con oltre 60 opere in arrivo da Roma. L’artista torinese, sempre alla ricerca di una sintesi tra energia e forma, appare qui come una figura chiave del più ampio racconto della modernità visiva europea.
Il percorso si concentra soprattutto sulle opere donate dalle figlie dell’artista, Elica e Luce Balla, tra il 1984 e il 1998, con l’integrazione di una selezione di disegni futuristi curata da Maurizio Fagiolo dell’Arco. Si tratta di un corpus che permette di attraversare per intero l’evoluzione del linguaggio balliano: dagli esordi nel realismo sociale e divisionista (Nello specchio, 1901-02; Ritratto della madre, 1902 ca.) al radicalismo del Futurismo, per arrivare infine alla sorprendente stagione figurativa del secondo dopoguerra, con opere come La fila per l’agnello (1942). Tra i capolavori esposti, il polittico Dei viventi (1905), il trittico Affetti (1910) e il rarissimo Campagna romana (1956) disegnato a china, testimoniano la capacità di Balla di muoversi tra le grammatiche dell’avanguardia e la persistenza affettiva del segno e della luce.
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