RUFA e San Lorenzo: arte, socialità e sviluppo urbano, per rigenerarsi

di - 4 Gennaio 2021

San Lorenzo: quartiere, simbolo della rinascita culturale della Capitale. Nel corso di questi anni ha subito diversi mutamenti e oggi si trova, in parte, in uno stato di degrado, a causa di molteplici fattori, tra cui la debolezza dell’azione politico-amministrativa di governo del territorio, gli interessi speculativi, la frammentazione del tessuto produttivo, la proliferazione di attività illegali. Il rovescio della medaglia si esprime nelle tante energie espresse attraverso attività culturali, sociali e d’impresa che fanno di San Lorenzo un territorio ricco ed effervescente ed è dopo un’attenta analisi di tale contesto che RUFA ha deciso di concentrare le proprie risorse nella realizzazione di un’esperienza finalizzata al miglioramento della qualità della vita di un quartiere affascinante come pochi, coinvolgendo tutti i corsi dell’Accademia: Arti visive, Design, Graphic design, Comics and illustration, Fotografia, Cinema, Visual and innovation design, Multimedia, sia del triennio, sia del biennio.

L’obiettivo del programma, denominato “San Lorenzo – Rigenerazione urbana, sociale e nuova identità territoriale”, è costituire un modello operativo che, con l’applicazione di linee guida ben precise e determinate, consenta di essere poi replicato in altre aree metropolitane. Un progetto che vede interagire insieme anche l’Università La Sapienza.

San Lorenzo: rigenerazione urbana e sociale e identità territoriale

Lo scopo dell’esperienza è contribuire alla valorizzazione di questo incredibile tessuto, coinvolgendo tutti quei soggetti che, a diverso titolo, attraversano o dimorano questo quadrante della città. Solo attraverso un impegno e un’azione congiunta delle forze sane del quartiere è possibile una crescita collettiva che, da San Lorenzo, guardi al futuro della città.

“San Lorenzo: rigenerazione urbana, sociale e identità territoriale” non intende “abbellire” il quartiere attraverso un design “calato dall’alto” ma mobilitarlo, attraverso la condivisione di specifici obiettivi, quali quelli dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile promossa dall’ONU. Unire una comunità per raggiungere importanti traguardi in tema di cultura, ambiente, innovazione sociale e produttiva: una crescita nel segno della sostenibilità per tutti gli attori in campo.

Il punto di partenza dell’impostazione programmatica si manifesta in un semplice quesito: quale deve essere il ruolo del progettista in questi contesti, dove non c’è una committenza che ha degli scopi definiti, del tutto eterogenea e spesso contradditoria?

Le attività RUFA nel quartiere: le direttrici del programma

Prima di rispondere occorre una premessa. Il progettista è colui che deve dar voce al territorio in tutte le sue diverse sfaccettature: dalla memoria collettiva al senso di appartenenza, passando per la valorizzazione economica ed i benefit di natura sociale. Sono i progettisti che devono fornire agli attori in campo gli strumenti di espressione e di comunicazione più idonei, nei quali si riconoscano, che sentano come propri.

E in questa visione si è pensato di coinvolgere gli allievi RUFA, che si “muovono” su tre diverse direttrici: ricerca, confronto e operatività, il cui scopo è interagire per generare un modello replicabile anche per altre realtà urbane, a prescindere da latitudini e longitudini, ma nella consapevolezza del valore universale dell’umanità. Tutto ciò ha originato un insieme organizzato di studi, capace di restituire attività teoriche e/o pratiche:

– App design: per mettere in connessione persone, luoghi e topics con l’uso di key – words specifiche, come “arte”, “insieme”, “economia”, “moneta locale”, “sicurezza”, “scoperta”, “sostenibilità”, “decoro urbano”, “gaming”;

– Cinema/audiovisivo: documentari sulle storie e i personaggi del quartiere, dando voce agli artisti scomparsi che “dimorano” al Verano, da Gassman a Sordi fino a Rino Gaetano;

– Documentaristica: il filo simbolico che lega la tragica storia di Desirèe Mariottini con il mito di Ifigenia, vittima sacrificale della protervia del padre; la figura del capro espiatorio che espia le colpe di un’intera società che va verso la guerra, animata dalla vanagloria e che non soggettivizza la responsabilità delle proprie scelte;

– Fotografia reportage: una ricerca rivolta agli spazi e alle persone con gli studenti che racconteranno piazze, strade, giardini, stanze, comunità, associazioni, gentrificazione, situazioni marginali, degrado sociale, memoria;

– Graphic design/Comics: signage & wayfinding di quartiere, con i percorsi che connettono i luoghi attraverso le molteplici letture dello spazio dal punto di vista di chi lo attraversa, l’uso di una segnaletica non convenzionale ed exhibit interattivi;

– Progettazione creativa: gruppi di ricerca per la produzione di poster, libri artistici in stampa risograph, giochi di società con protagonisti i personaggi, i luoghi, l’immaginario del quartiere;

– Identità visiva territoriale: l’identità del territorio passa per la consapevolezza dei suoi cittadini e la sua rappresentazione; un progetto di city branding partecipato di un quartiere multiforme, vitale e tradizionale allo stesso tempo che intende seguire le esperienze nord ed extra europee, così da qualificarne il territorio e farlo crescere, sia dal punto dell’attrattività, sia della coesione sociale;

– Type design: una font, un carattere tipografico dedicato a San Lorenzo per raccontare il quartiere;

– Grafica editoriale: un magazine cartaceo e digitale per San Lorenzo, i luoghi, i personaggi, la storia ma soprattutto l’attualità, gli eventi;

– Advertising: una “call to action” per far partecipare le imprese, le associazioni, le istituzioni culturali e i cittadini-

– Multimedia: videoinstallazioni, mappa sensibile, mostra multimediale e interattiva, costruzione di un museo partecipato del territorio.

– Mostra: il Pastificio Cerere accoglie le opere di Carmine De Vita, Edoardo Filippone, Bogdan Melinte, Giorgia Pelagalli, Antonio Reda, Michal Zemel, accogliendo un percorso narrativo composto da installazioni interattive che raccontano l’evoluzione e la trasformazione da quartiere operaio ad universitario, passando per il bombardamento del 19 luglio 1943;

– Videomapping: realizzazione di spettacoli nelle piazze per la costruzione di un panorama narrativo e visivo concentrato soprattutto sul quartiere oggi e sulla sua vivibilità;

– Virtual reality: San Lorenzo nel 2030, quando le grandi piattaforme digitali avranno preso possesso della città, senza più un’anima, senza residenti, un non luogo; la realtà virtuale mostra una via centrale di San Lorenzo completamente calata in questo futuro distopico;

– Multimedia/Gamification: “Zombi a San Lorenzo”, un videogioco per il quartiere, con al centro dell’azione il Verano, nel quale si organizza l’esercito degli zombi alleato con la criminalità romana e gli spacciatori di stupefacenti, ma ad opporsi sono i pochi residenti rimasti, gli studenti fuorisede e gli spazi culturali e sociali del territorio.

– Arti visive, Site specific: luci e suoni della memoria, per riqualificare attivamente gli spazi abbandonati, indagando e valorizzando le zone “buie”, come la “Casa della Memoria” su via Tiburtina;

– Scultura: “Classika”, per omaggiare la decadenza di Roma attraverso una serie di ritratti (busti) di personaggi contemporanei del quartiere di San Lorenzo, interpretati secondo gli stilemi della ritrattistica classifica romana.

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