UN LUSTRO IN PIENA FORMA

di - 14 Febbraio 2011
In Italia lo strumento
della fondazione è l’àncora di salvezza dell’ente pubblico che non si può più
occupare di cultura: scorpori i costi di musei e teatri così il patto di
stabilità respira, ci metti come quota parte il valore degli immobili e – al
più – il “lavoro” dei dipendenti pubblici e i privati (quasi solo
banche, ovvio) ci mettono i soldi. Che valore ha per un soggetto che nasce privato
l’adozione di questo strumento? Significa solo maggiore agilità gestionale o è
una scialuppa di salvataggio finanziaria in previsione di possibili
“giorni di tempesta”?

Forma, con tutto il suo
programma, ambisce a essere la casa della fotografia in Italia. Non ci sono
altre realtà dello stesso tipo nel nostro Paese e vogliamo promuovere la
fotografia a tutti i livelli, aspirando al massimo della qualità. In questo
senso la trasformazione in fondazione è stato un passo necessario per rendere
pubblico il nostro modo di agire e per affermare lo spirito della nostra
iniziativa. Le difficoltà per chi gestisce spazi culturali in Italia (e nel
mondo) sono molte e diventano ancor più complesse in un periodo di crisi come
questo. Il finanziamento del progetto negli anni passati è stato assicurato
completamente e in completa autonomia da Contrasto: con questa nuova fase
aspiriamo a coinvolgere di più i fotografi e il mondo della fotografia in
generale, le istituzioni e altre realtà che possano aderire al progetto,
sostenendolo in modo più diretto.

Forma è una delle realtà più “anglosassoni” che ci siano a Milano:
all’attività culturale lega una serie di offerte accessorie (basti pensare al
ristorante) che possono essere fonti di reddito. Forma ha fatto queste scelte
in evidente osservanza alla sua natura “privata” e alla sua
genealogia imprenditoriale…

L’offerta che viene svolta
a Forma è sulla falsariga di quanto fanno i migliori musei di tutto il mondo.
Alle esposizioni sono affiancati la libreria/bookshop e il ristorante/bar che
offrono un servizio di ristoro e di possibile acquisto di libri e cataloghi.
Riteniamo che questi servizi, che sono appaltati a ditte esterne, rendano più
gradevole la presenza a Forma e peraltro sono apprezzati unanimemente dal
pubblico. Credo che l’eventuale assenza di questi servizi, al contrario,
costituirebbe una mancanza da parte nostra. Servizi di questo tipo sono
presenti in tutte le istituzioni europee dedicate alla fotografia.

Come valuta le riserve che
ancora persistono da parte del pubblico a questo tipo di discorso? Perché non
posso pensare di cenare a Brera o al Colosseo? Dei servizi adeguati
squalificano forse la rilevanza e la serietà scientifica?

L’autorevolezza scientifica
della proposta culturale è garantita dalla qualità delle mostre presentate e
dalle modalità con cui sono esposte, su questo mi sembra che l’apprezzamento
sia generale. Da parte mia penso che ogni grande museo dovrebbe offrire servizi
di questo tipo.


Forma è partner con Fondazione Corriere della Sera e con Atm (l’azienda
milanese dei trasporti pubblici). Il rapporto con quest’ultimo si esplica solo
nella concessione degli spazi? Il feeling con la Milano istituzionale può dirsi
esaurito in questo rapporto? O la formula fondazione può aprire la strada ad
altri tipi di partecipazione da parte del pubblico? E quanto, in potenza,
possono incidere sull’autonomia di Forma?

La Fondazione Forma è stata
costituita da Contrasto, casa editrice e promotrice culturale della fotografia.
Il rapporto privilegiato con il Corriere della Sera e Atm, cui diamo molta
importanza, si esplica in effetti solo con la concessione di spazi di
comunicazione. La Fondazione è comunque aperta a partecipazione da parte delle
istituzioni pubbliche; in questo senso abbiamo avviato rapporti con il Comune
di Milano, la Provincia di Milano, la Regione Lombardia e la Camera di
Commercio, realtà che abbiamo invitato a entrare in Fondazione e che speriamo
possano aderire. Milano è la capitale della fotografia in Italia, essendo anche
la capitale del design, della moda e dell’architettura, tutte discipline che
dialogano a tutto campo con la fotografia. Abbiamo offerto a Milano l’unica
istituzione di rilievo italiana dedicata alla fotografia, che ha avuto oltre
300mila visitatori. Siamo pronti a condividere questa realtà con i soggetti che
istituzionalmente sono interessati e votati a questo tipo di attività. Ci
auguriamo quindi di poter presto coinvolgerli tutti nella fondazione. Credo che
queste istituzioni debbano vedere con interesse la proposta di un privato che
ha riempito un vuoto riguardo alla fotografia e che vuole donarlo alla città.
L’autonomia di Forma verrà garantita sulla base degli sviluppi, ed è comunque
alla base del nostro progetto, valore irrinunciabile. Autonomia culturale non
significa escludere, ma includere, mantenendo lo spirito originale, e la natura
della proposta di Forma non può essere cambiata.


Forma ci dà dentro: il calendario delle mostre è davvero serrato. Forse
troppo?

Grazie per questa
notazione. Non credo sia troppo. Noi facciamo quattro grandi mostre l’anno,
ognuna della durata di 2-3 mesi, e le affianchiamo con varie altre proposte
espositive in altri spazi, di carattere meno ampio, ma che consentono di
allargare lo sguardo, segnalare nuovi talenti, aprire a nuove produzioni. In
totale quindi circa 10 mostre all’anno di diversa ampiezza e un’ampia offerta
didattica, un premio internazionale dedicato a un fotografo di documentazione e
molte occasioni di divulgazione come incontri con i fotografi, presentazioni di
libri, dibattiti in generale sulla fotografia.

Immediato futuro. I progetti?

La creazione di un fondo
fotografico dedicato alla fotografia italiana e la creazione di una biblioteca
dell’immagine.

a cura di francesco sala

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper
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Forma – Centro
Internazionale di Fotografia

direzione artistica: Alessandra Mauro

Piazza Tito
Lucrezio Caro, 1 – Milano

Info: tel. +39 0258118067; info@formafoto.it;
www.formafoto.it

[exibart]

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