La Vergine dei Battuti, Antonio Capaccio, Ex Oratorio della Confraternita dei Battuti di Vicoforte, crediti foto Silvia Mangosio
L’associazione VIA, con il patrocinio del comune di Vicoforte, in provincia di Cuneo, ha inaugurato la Vergine dei Battuti dell’artista e curatore Antonio Capaccio, la grande pala d’altare per l’Ex Confraternita dei Battuti di Vicoforte, inserita nel progetto d’arte pubblica nelle Langhe Landandart-andar per arte.
Nel cuore storico di Vicoforte, davanti al palazzo comunale del paese, si innalza da oltre tre secoli l’Ex Confraternita dei Battuti, dedicata a San Giovanni. Questo luogo di devozione e preghiera, in cui l’espiazione dei propri peccati era solita alla pratica della flagellazione è rimasto testimone di una attività antica e devota, messa in atto per quasi tutto il Medioevo.
La fervida abnegazione delle confraternite era abitualmente indicata da uno stendardo dedicato a uno o più santi, portato in giro tra la gente del paese durante le processioni. Fino a poco tempo fa l’Ex Confraternita dei Battuti ha custodito, seppur compromesso e mutilato, il suo gonfalone nella piccola nicchia sopra l’altare. Dopo essere stato rimosso e poi restaurato, è ospitato adesso nella Sala Consiliare del Comune di Vicoforte. Lo stendardo, raffigurante da una parte San Giovanni, il protettore di Battuti Bianchi e dall’altra San Donato, il patrono di Vicoforte, è diventato punto di partenza per la realizzazione della pala d’alta di Antonio Capaccio (Civitavecchia, 1956), artista e curatore.
La storia di Capaccio e Vicoforte è iniziata diversi anni fa, quando insieme all’Associazione Brecce per l’Arte Contemporanea, ha prodotto importanti iniziative culturali in Piemonte ma, soprattutto, nella provincia di Cuneo, coinvolgendo artisti importanti a livello nazionale ma anche musicisti e poeti.
L’adozione della sua pala d’altare nell’Oratorio dei Battuti da parte del comune di Vicoforte, è il frutto di un percorso artistico e di una collaborazione giunta al suo apogeo. La Vergine dei Battuti (2018), è una tela incastrata alla perfezione nella grande nicchia settecentesca che sovrasta l’altare, incorniciata dall’elemento decorativo originale dell’oratorio. In perfetta corrispondenza con lo stucco marmoreggiato dell’altare, il cotto dei tre ordini di gradini e gli stucchi indorati. Il grande quadro di Antonio Capaccio, realizzato con tecnica mista, è un compendio del suo percorso artistico, in cui astrazione, panneggi e ghirigori si uniscono in una costruzione barocca. I soggetti, San Donato da una parte e San Giovanni dall’altra, sono sormontati da una Madonna in Maestà con il bambino e ai loro piedi i Battuti bianchi in preghiera.
Antonio Capaccio, riporta nella composizione gli stilemi dell’astrazione povera, di cui è stato iniziatore e teorico insieme a Filiberto Menna. Nell’orizzonte della composizione dipinge la campagna classica ispirata ai poemi arcadici dei classici, mantenendo la sua cifra stilistica con raffinatezza, equilibrio ed eleganza. Sullo sfondo bianco del cielo dei panneggi influiscono a rendere la sensazione di estraneità temporale e spaziale della composizione, come se la scena fosse inserita in una dimensione liminale. La rappresentazione, in bilico tra astrazione e figurazione, assenza e presenza, si manifesta come l’intreccio di un pensiero complesso.
Antonio Capaccio ha scelto di utilizzare una stratificazione di tecniche pittoriche tradizionali e digitali, in un campo dominato storicamente dalla pittura a olio. Come risultato, l’opera trasmette una riflessione sul ruolo dei nuovi media all’interno della pratica artistica, distinguendosi come un lavoro di ricerca che nonostante ammetta l’uso delle tecnologie, apre uno spazio critico.
La tecnologia digitale, fino a che punto può salvaguardare l’artista dall’errore? Secondo Antonio Capaccio, alcune tecniche si presentano come strumenti che offrono l’illusione di una protezione rispetto al libero agire dell’artista. Ammettere l’uso delle nuove tecnologie richiede quindi una consapevolezza sull’etica dello sbaglio, significa interrogarsi su cosa voglia dire assumersi la responsabilità delle proprie scelte e mantenere una propria morale.
Con questa riflessione, La Vergine dei Battuti di Antonio Capaccio, si inserisce armoniosamente e perfettamente nello spazio e nel contesto dell’Oratorio, divenendo un ponte tra tradizione classica e innovazione contemporanea, sapendo rileggere l’antico luogo in una chiave coerente e allo stesso tempo attuale.
Le visite all’Ex Oratorio della Confraternita dei Battuti sono su appuntamento, telefonando al Comune di Vicoforte al numero 0174 563010, interno 5.
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…
Talk, inaugurazioni, musei aperti, gallerie in rete, nuove mostre e il Premio WineWise per una gita fuori porta: gli appuntamenti…
A Milano, dal 5 dicembre 2025, apre Ambrosius, il nuovo percorso museale della Basilica, che intreccia patrimonio storico, ricerca scientifica…
Visualizza commenti
Eccellente articolo, competente e esaustivo a illustrazione dell'originale opera di un innovativo artista.