Categorie: restauri

In restauro il Mosè di Michelangelo |

di - 20 Dicembre 2000

Il restauro
Il Soprintendente ai beni ambientali e architettonici di Roma, Ruggero Martines, ha annunciato che comincerà operativamente in gennaio il restauro del Mosè, la celebre scultura di Michelangelo conservata a Roma, nella Chiesa di San Pietro in Vincoli. La statua fa parte del grande monumento funebre a Giulio II e il restauro offre l’occasione per chiarire alcuni dubbi sul disegno originale dell’opera di Michelangelo. La prima fase del restauro, la pulitura dei materiali lapidei – personalmente scelti da Michelangelo nelle cave di Carrara – è già iniziata, grazie ad un finanziamento del Fondo per il Giubileo. Per la pulizia del marmo si procederà ad applicazioni di “acqua tamponata”, ovvero di acqua distillata caricata con bicarbonato di ammonio, un solvente a ph neutro, applicata per 40 minuti con carta giapponese. La pulitura sarà poi completata dall’azione dell’acqua ossigenata. Restano ancora dei dubbi legati al colore originario delle pareti interne della Cappella nella quale è posta la tomba di Giulio II: esse oggi sono degradate da sporco, polvere e scialbature e presentano delle grossolane tinte grigiastre e un effetto di marmorizzazione risalente alla seconda metà dell’Ottocento che il restauro dovrà eliminare: resta da individuare il colore originale delle pareti.

Il monumento a Giulio II
Già famoso e dopo aver realizzato opere mirabili quali la Pietà, il Tondo Doni e il David, Michelangelo (1475-1564) nel 1505 accettò con gioia l’invito del papa Giulio II a realizzare un grandioso monumento funebre, per il quale ideò un’imponente architettura che, arricchita con grandi sculture, doveva celebrare il pontefice ed il trionfo della Chiesa. L’entusiasmo di Michelangelo, che rimase otto mesi a Carrara per scegliere i marmi che gli erano necessari, fu raffreddato però dall’atteggiamento del papa che, concentrato sul piano di realizzazione della Basilica di San Pietro, aveva messo da parte l’idea del monumento funebre. Michelangelo, sdegnato, lasciò allora Roma per dedicarsi ad altri progetti. Dopo aver affrescato la Cappella Sistina, alla morte di Giulio II, egli firmò un secondo contratto per la realizzazione del monumento funebre del papa e nel giro di tre anni scolpì tre figure, tra le quali il Mosè. Solo molti anni dopo, però, nel 1545, le statue sarebbero andate a completare l’ultima versione del monumento che metteva termine alla lunga storia che lo stesso Michelangelo definì “la tragedia della sepoltura”.
L’evento multimediale
Il restauro del Mosè è stato reso possibile da una collaborazione tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali e Lottomatica che si occuperà anche della valorizzazione del monumento: non essendo sufficiente il finanziamento del fondo per il Giubileo, la società Lottomatica si è proposta per sponsorizzare il restauro. Lottomatica parteciperà al restauro con un finanziamento di 3 miliardi: 480 milioni saranno utilizzati per il restauro, 60 milioni per l’innovativo ponteggio che lascerà sempre in vista la statua durante i lavori e il resto sarà investito nell’innovativo Progetto Mosè. Il restauro si presenta infatti come la prima occasione di restauro multimediale: il progetto prevede l’apertura di un sito Internet (www.progettomose.it) che ospiterà notizie sul monumento, con ricostruzioni e viaggi virtuali nella Chiesa di san Pietro in Vincoli, un art-shop per acquistare i materiali pubblicati e gli oggetti creati per ricordare l’evento e una chat-line di discussione. Grazie ad alcune web-cam sarà poi possibile seguire in diretta le fasi del restauro. Il Progetto Mosè prevede anche la realizzazione di uno spettacolo televisivo e di un film sull’opera. La conclusione del restauro è prevista per il mese di ottobre del 2001.




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