Dopo meno di un anno dall’inizio dei lavori le restauratrici Nìcola Ann MacGregor e Sandra Freschi presentano il restauro dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano. L’intervento è stato interamente sponsorizzato dall’azienda Faber di Fabriano che ha profuso 50 mila euro.
L’opera, che è firmata e datata 1423, era stata commissionata a Gentile dal ricco mercante Palla Strozzi per l’altare della propria cappella di famiglia nella chiesa di Santa Trinita a Firenze. Il committente sarebbe stato raffigurato al centro della tavola, nel personaggio con il falcone in mano mentre alla sua destra è ritratto figlio Lorenzo. Si tratta di una pittura a tempera che è in tutto e per tutto specchio fedele della civiltà tardo-gotica raffinata ed elegante. Si assiste all’avanzare verso la capanna con la Sacra Famiglia, di un lungo corteo, preceduto dai re Magi. Sembra di essere spettatori di una fiaba cortese sospesa in una dimensione senza tempo, tanto che l’aspetto religioso passa del tutto in secondo piano. I particolari che ci colpiscono sono i colori brillanti, la luminosità dell’oro, la ricchezza dei gioielli, delle stoffe lussuose ed il tipico gusto per gli animali esotici.
Le condizioni del supporto prima dell’intervento erano abbastanza buone, ma la pittura era opacizzata da uno spesso strato di vernici oleose e collose. Era stata appunto la colla a causare numerosi sollevamenti di colore, che mettevano in pericolo l’integrità dell’opera. Inoltre, risultavano nascoste dallo sporco le numerose parti in oro e argento, in alcuni casi in rilievo a pastiglia. Nella fase preliminare sono state effettuate indagini radiografiche, ad ultravioletto, ad infrarosso e a falso colore. Dopo aver smontato le tavole, si è proceduto alla fermatura del colore, consolidando i piccoli sollevamenti, poi si è pulita l’intera superficie e si sono stuccate le lacune. Infine, si è eseguito il vero e proprio restauro pittorico, si sono eliminati alcuni ritocchi dovuti a precedenti interventi, e si è data vernice sia a pennello, sia a spruzzo. Per ultimo, si sono rimontate le tavole.
Un discorso a parte merita l’elaborata cornice cuspidata in legno intagliato dorato e con alcune parti dipinte, che è stata ricostruita laddove era mancante, disinfestata dai tarli, stuccata e ritoccata e pulita sia nella parte dorata che in quella dipinta. Nei pilastrini laterali sono dipinti fiori e piante con quella minuziosa attenzione tipica del tardo-gotico; nella cuspide centrale c’è Cristo con due profeti, a sinistra c’è l’Angelo Annunciante e a destra l’Annunziata. Nella predella sono raffigurate la Natività, la Fuga in Egitto, e la Presentazione al Tempio, copia ottocentesca dell’originale oggi custodito al Louvre.
Il restauro che, si sa, è il primo momento conoscitivo di un’opera e di un artista ci restituisce l’immagine di un Gentile che padroneggia una tecnica molto raffinata a metà tra oreficeria e pittura. Egli ha usato lamine d’oro e d’argento come sottofondo rispettivamente per impreziosire gli abiti dei partecipanti al corteo e le armature; mentre la lamina è stata lavorata anche a graffito nel tetto della capanna, nei capelli biondi del Bambino e nel colore intorno alla stella. Sono riemersi i colori originali: il lapislazzuli, le lacche e i verdi. Inoltre al di sotto delle cuspidi si è osservato che i motivi floreali sono stati realizzati con la tecnica della cera: tecnica –e qui sta la sorpresa- che fino ad ora non era documentata in nessuna opera di Gentile.
francesca della gatta
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