Due giovani donne, una pedana cromaticamente connotata (‘con quel colore poteva essere solo della Benassi’, ha affermato qualcuno nel pubblico), un’ambientazione da pista di auto-scontro. Ecco gli ingredienti dell’ultimo lavoro di Elisabetta Benassi: una suggestiva performance notturna (ore 22.30) in Piazza dei Cinquecento, imponente slargo tra la Stazione Termini e Piazza Esedra. Dopo il video You’ll never walk alone dove l’alter-ego di Elisabetta, Bettagol, giocava a pallone con un Pasolini redivivo, la Benassi ci accompagna nuovamente in un mondo spiazzante e anomalo. Le due performer, sorelle gemelle, si fronteggiano a lungo su una rosseggiante pedana radioguidata; non appena la piattaforma inizia a muoversi interrompono però la lotta per sciogliersi in languidi ammiccamenti d’affetto fraterno. Le dinamiche di incontro-scontro si svolgono, ancora una volta nella ricerca dell’artista romana, in un contesto pop-disincantato. Se ieri aveva posto il ‘ritorno’ di uno dei maggiori intellettuali del dopoguerra in uno stadio di calcio, oggi colloca un intimo dramma familiare in una pista da luna park contornata di curiosi spettatori. (M.T.)
Alle undici di sera Lara Favaretto ha iniziato, lentamente, a cospargere sul selciato della piazzetta davanti alla Capsula Tellus mangime per uccelli. Migliaia di piccoli semi disposti a formare la scritta Happy Birday, ironica storpiatura della famosissima frase augurale inglese. A ben guardare infatti, la piazzetta sembrava trasformata in un’enorme torta di compleanno, con tanto di candeline al centro. Candeline che, una volta accese, hanno dato via ad una girandola di fuochi artificiali e scoppiettii, del tutto simili al rumore dei pallini sparati dai cacciatori durante le loro battute. Un nastro registrato trasmetteva i cinguettii dei volatili che a poco a poco, sotto i colpi dei fucili si trasformavano in violenti stridii. Una performance decisamente interessante quella della giovane artista milanese, che ha proposto un’azione caratterizzata da un forte senso di ironia, trasformando un apparente evento ludico in un’atmosfera carica di drammaticità.(P.C.)
Norma Jeane ha realizzato la sua performance all’una di notte, dopo aver invitato tutti i presenti a lasciare l’ampio edificio a vetrate che nel frattempo si era trasformato in un’affollata discoteca. Mentre il pubblico, costretto ad una sorta di veloce evacuazione, si disponeva attorno alla Capsula Tellus, questa veniva riempita di fumogeni rosa shocking. Altoparlanti disposti tutto intorno rimandavano nel frattempo un’assordante diretta del telegiornale della notte che, naturalmente, aggiornava sui più recenti sviluppi della guerra in Afghanistan. Il richiamo alla stringente attualità, presente in molte delle opere viste in questa edizione della Festa dell’arte, viene qui stemperato da una forte ironia e da un’indiscutibile forza scenografica che costringeva i presenti –e anche i passanti incuriositi e ignari- a fissare il fumo colorato alzarsi nel cielo della capitale.(V.T.)
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