I due appuntamenti romani nascono da un progetto comune volto a presentare l’artista nel suo iter e negli esiti della sua ricerca. Nel cuore di Roma la storia, opere per lo più ascrivibili agli ultimi decenni del XX secolo: i celebri multipli in cui gioca con linee spezzate che diventano lettere dell’alfabeto ripetute su pagine di quaderni, o griglie metalliche sospese nello spazio, o pittura su tela bianca. Composizioni astratte dotate di un proprio ritmo, di una propria esistenza e bellezza formale; assente il colore, solo bianco, nero e acciaio.
Passando dalla prima alla seconda mostra si rivela la continuità del lavoro di Morellet; l’interesse per la linea spezzata, per il movimento, per l’interazione con lo spazio sono ancora i temi principali. Il tutto però si accende, e non metaforicamente, connotando inesorabilmente e con sottile prepotenza lo spazio circostante.
I Neons realizzati ad hoc per la galleria Volume!, rivelano la maturità dell’artista, la sua capacità di interagire in modo più violento, ma forse anche più ironico e scanzonato, con lo spazio. Entrando nella prima sala: un neon a forma di triangolo lampeggia di rosso, e cattura ipnoticamente l’attenzione del visitatore; ma poi l’atmosfera si ricompone, le luci bianche e gialle dei neon installati negli altri ambienti colpiscono sì per il colore e la luminosità, ma anche rendono valore alle forme. Ritroviamo i motivi dei primi lavori, dotati però di una monumentalità più accentuata, sculture luminose che dominano i suggestivi spazi della galleria.
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daniela bruni
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