Categorie: roma

fino al 12.VII.2002 | Radical & Critical | Roma, Fondazione Adriano Olivetti

di - 5 Luglio 2002

Spiega Joseph Kosuth che la manifestazione dell’arte in sé stessa non è semplicemente materiale o fisica: è un gioco, un ‘mettere nel contesto / portare fuori dal contesto’, un modo di riferirsi. In breve è relazioni fra relazioni.
Lui, maestro dell’Arte Concettuale fatta di slittamenti semantici e tautologie, in questa mostra è una sorta di nume tutelare: una delle sue scritte al neon opportunamente ri – localizzata è visibile dalle vetrine della Fondazione Olivetti, (l’opera si chiama appunto Six Parts, Re – Located) introduzione, precedente storico, riferimento obbligato… E filo conduttore luminoso – illuminante perché Radical & Critical (a cura di Bartolomeno Pietromarchi, allestita nella Project Room e nella Sala Roberto Olivetti) ha la forma di un’escursione e si avventura in un territorio difficile da definire, quello dei giovani artisti riconducibili ad una declinazione concettuale.
La riflessione sui meccanismi interni del linguaggio dell’Arte, quel ripiegamento un po’ parossistico che faceva – con esiti alterni – dell’autoreferenziale l’unica possibilità se non di comunicazione quantomeno di rappresentazione, sembra essersi diluita in una soluzione eterogenea in cui convive un po’ di tutto, dagli elementi di critica al potere dei media, a certi automatismi dei rapporti sociali: il modo di operare diversificato degli artisti delle ultime generazioni attinge sicuramente dall’esperienza maturata negli anni ’60 – ’70, molte volte si appropria dello strato superficiale, evidente, riconoscibile, paradigmatico e si tratta di una scelta precisa, consapevole. Il rischio radente è la citazione, l’ironia, il sarcasmo, una certo disincanto sono quel che amalgama e precisa i contorni.
Minimali, per lo più formalmente ineccepibili, freddi (se per freddezza intendiamo una sorta di rigore unito ad un’apparente asettica coerenza) questi lavori sono attraversati da un elemento discorde, che mina la patina esterna: magari ci si ritrova a sorridere – a denti stretti – di fronte ad un’opera che sovverte alcuni certezze ormai formato standard, magari si avverte fastidio o una lieve inquietudine come di fronte ad un fatto inaspettato o disarmante.
Accade per la parete con centoquaranta punte di Marco Boggio Sella, quasi una rivendicazione risentita dell’aura dell’opera d’arte, o davanti alla cartolina, con banalissimo with love… che è una lastra di marmo, di Pietro Golia, continuo rimando tra l’idea di durata e l’effimero che avvolge le espressioni di linguaggio ormai abusate. Ancora sulle possibilità della parola riflette Claude Closky in un’installazione video – Yiyi – in cui emblematicamente è il caso a rappresentare l’ultima possibilità creativa, mentre Martin Creed citando una lunga teoria di gesti eversivi, pone un foglio bianco A4 in mezzo ad un a delle pareti della sala, in effetti non possiamo contraddirlo, c’è proprio something in the middle of wall.
La voce di Cesare Petroiusti racconta quello che l’artista ha visto nello spazio espositivo vuoto, noi spettatori – ascoltatori, lo sentiamo adesso, in quello stesso luogo; Henrik Olesen vorrebbe denunciare i limiti che le istituzioni (una sorta di anonima s.p.a henrik_olesen_vito acconci teaching about gender in milan_2000.tentacolare) impongono all’espressione: è intervenuto con delle scritte a penna su foto di una performance di Vito Acconci, parla di discriminazione, di omosessualità, di fatto ci sembra una contestazione nei confini già battuti del politicamente corretto. Elmgreen & Dragset (li abbiamo visti recentemente a Milano con un geniale buco nel soffitto da Massimo De Carlo) hanno posto in un angolo della sala una sedia a rotelle, alla spalliera è fissato un palloncino giallo; il lavoro si chiama Birthday, augurio poetico e amaro di sicura sopravvivenza dell’arte.

articoli correlati
Elmgreen & Dragset alla fondazione Teseco per Strategies against the Architecture
’faccio sul serio’, personale di Piero Golia allo Studio Massimo de Carlo
a Martin Creed le ventimila sterline del Turner Prize
Marco Boggio Sella alla Galleria Marabini di Bologna

maria cristina bastante


Radical & Critical, a cura di Bartolomeo Pietromarchi
Fondazione Adriano Olivetti, via Zanardelli 34, 066877054, www.fondazioneadrianolivetti.it, lun_ven 10-18, catalogo disponibile


[exibart]

Visualizza commenti

Articoli recenti

  • Mostre

Le mostre da non perdere a dicembre in tutta Italia

L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi più interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra…

6 Dicembre 2025 21:00
  • Mostre

Milano riscopre Bice Lazzari con una grande mostra a Palazzo Citterio

Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…

6 Dicembre 2025 15:00
  • Progetti e iniziative

Spazi di Transizione a Bari: il waterfront diventa laboratorio urbano

A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…

6 Dicembre 2025 13:30
  • Musica

Il tempo secondo Barenboim: due concerti, un Maestro e l’arte di unire il mondo

Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…

6 Dicembre 2025 12:30
  • Fotografia

Le fotografie di Alessandro Trapezio sovvertono i ruoli dello sguardo

In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…

6 Dicembre 2025 11:30
  • Musei

Riapre la Pinacoteca di Ancona: nuova vita per il museo Francesco Podesti

La Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona riapre al pubblico dopo due anni di chiusura, con un nuovo allestimento delle…

6 Dicembre 2025 10:30