L’ingresso per l’alto portone, due passi e poi all’improvviso nel centro di Roma sembra aprirsi una casa magrebina.
Sulle pareti bianche le immagini della vecchia Algeria e delle nuove generazioni di arabi europei -raccontate attraverso i volti di Mother, daughter and I– preannunciano un lavoro tutto incentrato sulle differenti percezioni della storia e della vita del paese originario di Zineb Sedira (Parigi, 1960).
L’artista – algerina nata in Francia e residente a Londra – da sempre fonda la sua ricerca sulla dualità della sua anima e con questa mostra prosegue l’esplorazione dell’origine e della trasformazione del mondo arabo. Che -pur conservando vive e salde le radici della propria cultura- finisce per subire un’inevitabile influenza occidentale, figlia del colonialismo e della conseguente emigrazione in Europa.
Zineb parte dallo specifico familiare e femminile, per allargare la sua indagine
E il suo pensiero prende corpo nell’altra sala, in cui su una carta da parati (elemento tipicamente occidentale) decorata con i motivi dell’iconografia mussulmana campeggia una frase che significativamente anticipa il video Father, Mother and I.. C’è scritto in grandi caratteri neri: “L’altra faccia della storia: una storia raccontata con delle differenze”.
Differenze che si riducono, però, nella comunione delle due diverse modalità di decorazione (la carta su cui sono stampati i disegni tipicamente orientali). Ma anche differenze che s’intrecciano nei ricordi della sua famiglia, la cui storia si lega dolorosamente alla storia d’Algeria. Differenti parole con cui un padre e una madre raccontano il difficile impatto con quella società che oggi fa di Zineb, come di molti altri, un’araba occidentale. Una vita a cavallo tra due culture.
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