La galleria Monitor -nata da un progetto che aveva già coinvolto la giovane artista molisana- ospita il lavoro più recente di Caterina Notte, intitolato Pangea Trilogy; il breve video è affiancato ed echeggiato da una serie di dodici stampe fotografiche.
L’ispirazione e la realizzazione dell’opera non tradiscono modalità già sperimentate e i sentimenti stessi dello spettatore richiamano i precedenti Domus de Janas e Future Motion capture (2003). Leggendo le spiegazioni vergate da Notte, del tipo E’ possibile incontrare una pluralità di tipi omogenei per certi aspetti, collocati in tempi e spazi diversi, che possiamo però fondere in un modello statisticamente rappresentativo dell’insieme, astratto ma non arbitrario …è la media che conta , si rimpiange forse il distacco dalle immagini che sono appena scorse, cui vanno irrimediabilmente sovrapposte frasi come quella citata.
Il video è diviso in tre parti (model), ciascuna delle quali rappresenta artisticamente un gruppo umano dedotto da teorie economiche che studiano l’interrelazione tra insiemi di persone -caratterizzate da bisogni comuni- e ambiente (identificato senza mezzi termini nella natura, che diviene apparenza certa e solare, ma anche orizzonte fatale, legato all’uomo come all’origine di una proiezione).
La traccia è quella che conduce dall’estensione massima all’individuazione: il vecchio del primo model, carico dei ricordi dell’umanità, compromesso in un abbraccio mortale con il lavoro, seppellisce la sua sapienza (camicia, scarpe e mutande) e quella del mondo. Il bambino del secondo episodio non è solo: correndo incontra coetanei sdraiati sulle zolle di un campo, in omeostasi con la terra, chiusi alla comunicazione dell’esperienza del singolo.
L’insieme tratteggiato è quello di uomini vissuti in coordinate specifiche di spazio e di tempo, attaccati al gruppo con scelta ingenua ma decisa. Nell’ultimo model un giovane uomo, addormentato in un parco cittadino popolato da figure solitarie, non legge le labbra inquadrate in dettaglio di una ragazza che gli parla e -svegliandosi come in un sogno- attraversa la realtà (passaggio sottolineato dalla perdita delle normali proporzioni fra gli elementi in campo) per finire circondato da un cielo immobile e da colline sospese. Il ragazzo ha appena vissuto il momento in cui il singolo ha la possibilità di essere altro da quello che è. In un vuoto che prelude alla memoria futura.
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