Poliedrica e vivace,
Rosa Foschi (Urbino; vive a Roma) arriva alla Galleria Hybrida con un piccolo âbagaglioâ di
Fotografie e disegni.
LâeterogeneitĂ di questa mostra non può sorprendere, se si considera che Foschi conosce in prima persona vari linguaggi artistici: inizialmente film maker di cortometraggi realizzati con la tecnica del disegno animato, poi pittrice e infine fotografa â lâultima mostra a cui ha partecipato è stata
Italia 1946-2006. Dalla ricostruzione al nuovo millennio -, ha sperimentato su di sĂŠ e sulla materia trattata diversi stili. Senza dimenticare la magia delle parole, che accompagnano spesso le tele e gli scatti.
Il risultato ottenuto in questâultima esposizione è inedito, singolare, non sempre comprensibile al primo sguardo. Eppure câè un alto tasso di emotivitĂ nei suoi lavori, ed è proprio grazie allâempatia che essi raggiungono improvvisamente lâosservatore. Il quale si trova letteralmente investito dallâenergia sprigionata dallâaccostamento straniante fra gli oggetti scelti dallâartista (casualmente o con estrema cura?) e posizionati gli uni accanto agli altri, al fine di percorrere una duplice strada: creare un equilibrio esibito e originale che al principio disorienta o, al contrario, suggerire contrasto, diffidenza, disarmonia. Come accade dopo â
lâincontro casuale di una macchina da cucire con un ombrello su un tavolo anatomicoâ, per prendere in prestito ciò che lâartista ha scritto del suo lavoro.
Grande la differenza tra le polaroid â in cui spesso appare come fonte dâispirazione il marito-maestro
Luca Maria Patella â e i dipinti: se nelle prime il mezzo permette una definizione precisa (si veda
Speculum, 1998), in cui nessun dettaglio può essere trascurato, nelle tele (come appare evidente in
Sensation, 2005) i colori sgargianti si accompagnano al bianco e al nero, onnipresenti e sempre protagonisti, per intessere un dialogo che risulta del tutto mentale e âsentimentaleâ.
Eppure câè un tratto che accomuna tutti questi lavori: è lâironia che, graffiante o delicata, appare come un autentico asso nella manica. I disegni astratti realizzati ad acquarello e le fotografie analogiche â cosĂŹ pieni di libri, volti, oggetti, piccoli animali, scritte, proiezioni di ombre â vanno insieme a costituire un percorso che sembra non terminare mai, pronto sempre a ricominciare e a restituire nuovi stimoli.