L’ombra violetta di Joan Jonas si staglia allungandosi sulla sabbia bianca, mentre la sua mano affusolata traccia lines in the sand. Incidendo la terra, l’artista americana intraprende un viaggio tra statue egizie imponenti ed eterne e smodate riproduzioni delle stesse a Las Vegas; ricordi personali fatti di oggetti d’affezione che ricorrono in luoghi e momenti diversi (come il ritratto di una donna), ma anche memoria storica dell’Egitto che con la sua arte e le sue rocce ancestrali sembra essersi cristallizzata in una dimensione senza tempo.
Il silenzio e la sacralità di una civiltà millenaria si contrappongono allo sfavillante chiasso dei casinò. Ispirandosi all’opera della scrittrice Hilda Doolittle, Jonas colloca la mitica Elena non a Troia ma in Egitto: She was never there recita insistentemente una scritta nel video. In tal modo l’eorina viene deresponsabilizzata dall’aver causato la guerra tra Greci e Troiani e diventa un simulacro che Achille e Paride si illudono di avvistare, evanescente come il drappo bianco agitato da Jonas in un moderno contesto metropolitano. Dunque una poesia che smaschera una realtà fatta di interessi economici e non cerca di edulcorarla con il mito. Ed una maschera insieme ad una sfera di cristallo tornano spesso nel video: forse lo strumento di un veggente, in cui poter vedere passato presente e futuro ma attraverso il quale la visione può anche apparire deformata. Molteplici sono gli strumenti ed i registri utilizzati dall’artista. A cominciare dal corpo, che si produce in azioni fedelmente registrate dalla telecamera, recuperando il concetto di video testimone di fuggevoli perfomance. Le azioni mirano spesso ad imprimere segni sul luogo circostante oppure su oggetti (sabbia, rocce antiche, lastre). Questi
Effimera è la performance, effimero è l’orma lasciata sulla sabbia o su una lastra con il gesso, effimero può essere il ricordo ed anche il mito. Ma Joan Jonas ha fissato tutto ciò su un resistente DVD e ha sottratto Elena di Troia alla sua antica ignominia: she was never there. Elena ha un alibi che la scagiona: è salva!
articoli correlati
Elisabetta Benassi all’American Academy
Una collettiva con Joan Jonas
marina valentini
mostra visitata il 20.II.2003
La nascita della Sonnabend Collection Mantova, dentro il restaurato Palazzo della Ragione — inaugurata il 29 novembre 2025 con 94…
Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…