Una grande mostra dedicata alle più importanti vedute di Roma, attraverso i quadri, le incisioni, i disegni e gli acquerelli di celeberrimi artisti, italiani e stranieri, che vi soggiornarono tra il ‘600 e l’’800. Due grandi quadri di Giovanni Paolo Panini (1692-1765) che ritraggono piazza Santa Maria Maggiore e piazza di Monte Cavallo aprono la mostra Imago urbis, dedicata al vedutismo romano. Le due opere, notevoli per le dimensioni e gli interessanti dettagli storici e di costume, mostrano un artista versatile, che dipinse non solo vedute, ma anche affreschi, ritratti, scenografie e arredi ecclesiastici, ricevendo numerosissimi riconoscimenti (come l’iscrizione alla Congregazione dei Virtuosi del Panteon e all’Accademia di San Luca, di cui fu direttore). Sposato con una donna francese, Panini insegnò anche a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia, influenzando alcuni artisti d’Oltralpe come Fragonard.
La mostra prosegue con circa cento opere di artisti come Claude Lorrain, Louis-François Cassas, Wilhelm Van Nieulandt, Bernardo Bellotto, Gaspar Van Wittel, Canaletto e tanti altri non meno importanti. Proprio di Canaletto sono i due quadri di grandi dimensioni, provenienti dal Museo delle Belle Arti di Budapest e raffiguranti il Tempio di Antonino e Faustina e Santa Maria in Aracoeli e il Campidoglio. Le due tele riportano ai tempi del soggiorno romano dell’artista (1719-1720), viaggio che fu molto importante per la sua carriera, già molto fortunata quando egli era in vita, considerato che numerose opere gli venivano commissionate in blocco dai viaggiatori del Grand Tour.
La mostra si snoda lungo un percorso che conta sei diverse sezioni: la prima, intitolata Grandi Panorami e Vedute, vede spiccare una magnifica Veduta di Trinità dei Monti del 1632, di Claude Lorrain, proveniente dalla National Gallery di Londra. Segue la sezione Roma Antica, la più corposa per il numero delle opere esposte, e la sezione sul Tevere e le sue sponde ed infine, a chiusura della mostra, il segmento dedicato a San Pietro e il Vaticano. Il percorso si conclude con due opere quali Piazza San Pietro di Panini e le Mura Vaticane di Thomas Jones. Quest’ultimo, vissuto a cavallo tra ‘700 e ‘800, e inizialmente avviato ad una carriera ecclesiastica a cui non poté accedere per mancanza di mezzi, fu poco apprezzato dai contemporanei, per essere poi riscoperto cinquant’anni fa e collocato accanto agli altri grandi artisti del ‘700.
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