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fino al 20.IV.2001 | Aurea Roma – Dalla città pagana alla città cristiana | Roma, Palazzo delle Esposizioni

di - 3 Gennaio 2001

Un’esposizione colta che può essere fruita a più livelli, per la varietà e la pregnanza delle opere presentate. Il tema, il passaggio dall’Urbe pagana capitale dell’Impero romano alla città cristiana che continua comunque ad essere simbolo del potere imperiale, è ambizioso, ma è stato affrontato senza timore e con estusiasmo da uno stuolo di studiosi che, con un lavoro sinergico i cui risultati sono ampiamente visibili anche nel catalogo, sono riusciti a presentare al pubblico una mostra che da sola per la sua rilevanza potrebbe dare significato all’attività espositiva di un qualsiasi altro museo.
400 reperti archeologici divisi in cinque sezioni illustrano il passaggio dalla tradizione iconografica pagana a quella cristiana, passaggio risolto senza interruzioni, e che porta all’elaborazione di un linguaggio “altro” e diverso rispetto a quello tradizionale romano. Il periodo preso in considerazione, tra il IV e il VI secolo, è certamente complesso e come in tutti i periodi di transizione è riscontrabile la coesistenza di vecchi stilemi accanto a nuovi segnali. Ma per questo è più interessante e stimolante seguirne l’evoluzione.

La prima sezione della mostra è dedicata alla città tardoantica, presentata nei suoi aspetti pubblici e privati. La grandiosità degli spazi pubblici, abitati dai colossi delle statue imperiali; la ricchezza delle ville imperiali e il dilagare dei giochi circensi: tutto ciò era strumentale alla volgarizzazione di messaggi politici. Accanto a questi elementi, la sontuosità delle domus private appartenenti ai rappresentanti dell’alta aristocrazia romana è qui illustrata da pezzi unici, come gli argenti del Tesoro dellEsquilino e il dittico dei Simmaci e Nicomaci, occasione unica per vederlo riunito ottenuta grazie al prestito del British Museum e del Museo di Cluny che ne possiedono le due valve. Altri reperti straordinari sono l’Anfora con decorazione figurata del Museo Archeologico di Firenze, uno dei più begli oggetti di argenteria romana, oppure il cratere figurato a colonne con divinità del Museo di Roma, eccezionale opera fittile per invenzione del tema decorativo.
La seconda sezione approfondisce il tema della vita nell’Urbe, indagata nei suoi aspetti privati e religiosi. Viene qui esposta per la prima volta la grandiosa ricostruzione dell’Aula presso Porta Marina ad Ostia, decorata da intarsi marmorei policromi (opus sectile) di straordinaria invenzione. Scoperta nel 1959 da Becatti, questo eccezionale complesso decorativo tardoantico non ha confronti, per le soluzioni decorative inventate, con nessun altro complesso decorativo dell’epoca. Anche l’aspetto religioso della vita quotidiana, indagato in questa sezione, è interessante, proprio per il particolare momento di passaggio dai tradizionali culti pagani al nuovo culto cristiano. Quella che ci viene presentata è una città multiculturale e multireligiosa, in cui convivono anche culti orientali, come quello di Iside, di cui è qui presentata la ricostruzione del Larario di S. Martino ai Monti.
La terza sezione della mostra è invece dedicata alle forme di autorappresentazione, e alle diverse valenze ideologiche o politiche di cui erano portatrici. Dal semplice ritratto privato ai ritratti imperiali in porfido, sino ai famosi colossi bronzei, di cui sono esposti i frammenti bronzei del colosso di Costantino conservati ai Musei Capitolini; c’è una galleria di volti e personaggi ritratti in diversi modi ed atteggiamenti.
La quarta sezione affronta il tema forse più interessante della mostra per gli sviluppi che ne sono conseguiti: il reimpiego di iconografie o temi tradizionali nel nuovo linguaggio cristiano che si andava definendo. Così, se da una parte, vediamo la trasformazione dal Crioforo al Buon Pastore, dall’altra, assistiamo alla sopravvivenza di divinità pagane nella nuova religione, come ad esempio Ercole che, grazie ad alcune similitudini con la vita di Cristo (natura umana, fatiche/passioni, ascensione divina), viene adottato come simbolo di rinascita nell’aldilà soprattutto nella decorazione dei sarcofagi.
La quinta ed ultima sezione si apre con le copie dei mosaici di Santa Maria Maggiore. Prima basilica ad essere stata decorata con un esplicito obiettivo di “educare” il fedele accompagnandone il percorso dall’entrata all’altare (Dio), con le illustrazioni dell’Antico e Nuovo testamento, sino alla Parusia finale che era nell’abside, ora distrutto. Il racconto per immagini si avvale di forme volutamente classiche per far presa su quella elité culturale e sociale che, unica, era rimasta tenacemente ancorata alla tradizione pagana.

Il fatto che una mostra di tale portata sia ospitata a Roma e al Palazzo delle Esposizioni, se da una parte, ne arricchisce il significato per la possibilità di confronto vivo con l’antico tessuto cittadino e con il confronto con l’attigua mostra “Il volto di Cristo”, dall’altra, rischia paradossalmente di far passare quasi inosservato questo avvenimento, confuso nella messe delle altre offerte espositive e culturali, spesso di livello discutibile, ma presentate al pubblico come eccezionali.

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silvia giabbani


Aurea Roma, sino al 20/IV/2001. Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194. Chiuso il Martedì. Dalle 10.00 alle 21.00. Biglietti: intero L. 15.000; ridotto (anziani e studenti) L. 8.000; bambini dai 6 ai 14 anni L. 2.000; gruppi minimo 10 persone L. 10.000. PdE Card valida 12 mesi L. 75.000 intera, L. 50.000 ridotta. Informazioni tel. 064745903. Catalogo L. 85.000.



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  • sta mostra è una mostra colta, non è che du' cartellone te rimpiazzano tutta la storia!

  • Mostra bellissima è vero, ma quante delle persone che la visitano hanno realmente i mezzi conoscitivi per capire il discorso-guida dell'esposizione, data la mancanza quasi totale di spiegazioni? E' un gran peccato vedere che in una mostra così ben fatta, non si dia abbastanza rilievo alla comunicazione con il fruitore. Le mostre sono uno dei pochi mezzi ormai rimasti per fare apprezzare l'arte alla gente: sfruttiamolo. Un esempio? La ricostruzione dell'aula di Porta Marina non è dotata neanche di un pannello esplicativo; dopo tanti sforzi per esporla, perchè una mancanza del genere?

  • Ho letto la recensione, ho letto i commenti, ho letto l'indirizzo, ho letto gli orari, mi son preso mezza giornata di ferie, e la mostra OVVIAMENTE era chiusa.

  • Al lettore le nostre più sentite scuse, l'errore è stato corretto e speriamo non si verificherà più.

  • «Aurea Roma», due nuove icone

    Due nuove icone s’aggiungono a quelle già in mostra per «Aurea Roma. Dalla città pagana alla città cristiana». Sono un’icona del monastero di Santa Caterina sul Sinai, e una seconda attribuita all’età di Giustino II nell’aula di Santa Maria Nova.

    AUREA ROMA, via Nazionale 194, fino al 20 aprile, 10-21, chiusa martedì. Tel. 06.47.45.903

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