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Fino al 24.VII.2014 | Elger Esser, Ab Olympo | Galleria Alessandra Bonomo, Roma

di - 17 Luglio 2014
«Uno di quei giardini è chiuso. Da dieci anni non ci va più nessuno».
«Come mai?», chiese Mary quasi inavvertitamente. Ecco un’altra porta chiusa che andava ad aggiungersi alle cento di quella misteriosa casa.
«Mr Craven lo fece chiudere quando sua moglie morì all’improvviso. Era il giardino che lei preferiva, e lui non vuole che nessuno ci metta piede. Così, chiuse la porta, poi scavò una buca e seppellì la chiave… […]» (Il giardino segreto, Francis Hodgson Burnett).

Per il nuovo appuntamento con il suo pubblico, la Galleria Alessandra Bonomo presenta, ancora, una totalizzante immersione in un ambiente completamente trasformato. Dopo la doppia personale di Pat Steir e David Tremlett che avevano creato un contatto con i visitatori mediante i grandi wall painting, stavolta Elger Esser presenta una raccolta di lavori che, come suggerisce lo stesso titolo della mostra Ab Olympo, costruisce una dimensione eterea, fatta di paesaggi per i quali le antiche divinità greche sembrano essere perfettamente coerenti.
Lo spunto di partenza è quello del noto giardino di Ninfa, alle pendici dei Monti Lepini (Lazio). Abbandonata per anni durante il Medioevo, l’area venne recuperata e trasformata in giardino per volere del Cardinale Nicolò III nel sedicesimo secolo, sotto la supervisione dell’architetto Francesco Caetani Capriani. Già memore dei suoi anni d’infanzia nella città di Roma, l’artista ha scelto di passare alcuni mesi dell’anno 2013 nell’area di Ninfa per poter lavorare agli scatti che avrebbero poi fatto parte di questa serie.
Che il paesaggio sia sempre stato un soggetto amato non è cosa nuova se si pensa ai grandi pittori della storia dell’arte moderna italiana ed europea. La differenza, in questo caso, è nella scelta del filtro attraverso il quale l’artista sceglie di raccontare quello che vede: non si tratta di pura mimesi della natura, quanto di cogliere la realtà ambientale come fosse il ritratto di un volto umano colto nella sua specificità. La natura florida e incontaminata del giardino – già punto di partenza per il film ispirato al romanzo Il Giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani – è fotografata come fosse una donna che si volta per sfuggire all’obiettivo, piuttosto che un soggetto osservato di nascosto dall’occhio di un voyeur indiscreto: sembra raccontare il passaggio di tante persone, l’intrecciarsi di storie invisibili, nascoste fra i bossi d’erba che si ripiegano su se stessi o fra le edere rampicanti. Gli stessi titoli delle opere, ispirati ai nomi delle Ninfe, ricordano delle incarnazioni di figure femminili. Seppur si tratti di fermi immagine, gli scatti di Esser – stampati su alluminio con l’ausilio di un particolare materiale, lo Shellac – sembrano a metà fra dipinti e fotografie. Come nei lavori precedenti, anche in questo caso l’artista costruisce atmosfere sospese nel tempo, come congelate in un attimo destinato a non ripetersi più.
Ispirato alla storia della mitologia greca, Esser inserisce in mostra una nuova serie di video realizzati nel giardino che consacrano lo scorrere dell’acqua, unico elemento di movimento all’interno dei lavori, che contribuisce ad arricchire l’atmosfera della mostra attraverso il medium sonoro.
Alessandra Caldarelli
mostra visitata il 5 giugno
Dal 5 giugno al 24 luglio 2014
Ab Olympo
Elger Esser
Galleria Alessandra Bonomo
Via del Gesù, 62 – 00186
Orari: martedì – venerdì 12.00-19.00, sabato 14.00-19.00
Info: mail@bonomogallery.com, www.bonomogallery.com

Nata a Roma nel 1988, consegue la laurea magistrale in Storia dell'Arte nel 2012 presso Università degli Studi di Roma La Sapienza. Dopo aver fatto diverse esperienze nel campo, dalla didattica e mediazione presso il MAXXI all'esperienza in galleria tra Roma (1/9unosunove) e Parigi (Galerie Antoine Levi), nel 2014 è assistente al coordinamento delle gallerie partecipanti ad Artissima a Torino. Oggi si sta formando per diventare Registrar. Collabora con Exibart dal 2012 e da un anno anche con INSIDE ART. Scrivere è da sempre la sua passione.

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