Ecco allora riflettersi sottilmente nelle visioni,
sospese tra realtà e metafisica, di Federico Granell (Cangas del Narcea,1974 1974) alla sua prima personale in Italia. In
esposizione due diversi momenti della sua opera, ben definiti
dall’allestimento. L’installazione pittorica nella sala al piano terra è composta
da dipinti e disegni con alla base un attento lavoro fotografico. Spazi urbani
che non trascrivono il reale, ma ne assemblano elementi per esprimere
atmosfere, pensieri. “Il delicato
meccanismo emozionale, rende oggettiva una complessa rete di significati
astratti”, scrive Micòl di Veroli, curatrice della mostra.
Nelle tele predomina il grigio. Qualche accensione
luministica: nell’azzurro di un impermeabile, nel rosso di una borsa di donna,
nel giallo delle rare auto, perse nella metafora di un incrocio. Figure
anonime, lillipuziane, che non interagiscono, non comunicano. Vagano o sostano
in fila fianco a fianco, nella luce morbida, nell’immensità onirica di spazi
asettici. Sono riprese da lontano, dall’alto, senza assecondare la voglia
dell’osservatore di conoscere la trama della narrazione, anzi tralasciandone
volutamente una parte “fuori cornice”, alla maniera di Gursky.
Se il sonno è anche un volo, una forma di viaggio,
un’aerea congiunzione di spazi e temi, la visione dell’artista è invece
statica. Una sospensione. Rompe la logica consequenziale degli eventi e
s’inscena senza preamboli. Le figure sono congelate sullo sfondo monocromatico,
dall’istantaneo sguardo. Come di chi si affacci su un paesaggio imprevisto.
Come nei sogni. Nessuna possibile interazione del soggetto contemplante con il
contemplato.
Il senso di solitudine degli uomini e dei luoghi può
richiamare gli scenari di Hopper.
Specie nei disegni, Granell sembra quasi ispirarsi alla celebre acquaforte Night shadows. Anche qui, come nell’opera
dell’artista americano, le ombre lunghe giocano un ruolo fondamentale. In una
serie di piccoli quadri, le silhouette dei personaggi/gnomoni ripetute a orari
differenti trasformano l’insieme in una simbolica meridiana del non-tempo.
L’installazione al piano inferiore, seppure meno incisiva,
risulta di grande impatto emotivo. Il bagliore del fascio di fibre ottiche
avvolge, sostiene, eleva verso l’alto una figura umana, vibra e pulsa nello
spazio oscurato, sembra quasi che stia respirando. “La luce e l’aura di energia divengono un ponte tra due dimensioni e
anche il tempo si scioglie in un liquido alternarsi di stati di coscienza e
incoscienza, attraverso i quali scorre l’esperienza terrena (Micòl di
Veroli).
lori adragna
mostra visitata il 16 dicembre 2010
dal 16 dicembre 2010
al 26 febbraio 2011
Federico Granell – Somnum
a cura di Micòl Di Veroli
Dora Diamanti Arte Contemporanea
Via del Pellegrino, 60 (zona campo de’ Fiori) – 00186 Roma
Orario: da lunedì a sabato ore 15.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0668804574; info@doradiamanti.it; www.doradiamanti.it
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