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fino al 26.IV.2009 | Giorgia Fiorio | Roma, Istituto Nazionale per la Grafica

di - 5 Marzo 2009
Giorgia Fiorio (Torino, 1967; vive a Venezia e Parigi) vuole entrare nell’evidenza del mistero. È ostinata nel conseguimento di quest’obiettivo, tanto da dedicargli nove anni della propria vita. Ha viaggiato in trenta Paesi (attraverso 38 missioni) sparsi su tutti i continenti, scattando prevalentemente con la Hasselblad 6×6: centinaia e centinaia di immagini in pellicola, che ha sviluppato tradizionalmente e stampato ai sali d’argento. Il dono è, quindi, un work in progress, ideale continuazione del precedente ed enciclopedico Uomini (2003).
Sono andata alla ricerca di qualcosa che per me era inspiegabile. Queste immagini sono un orizzonte d’interrogativi. Ogni fotografia è un interrogativo che rimane aperto”, spiega l’autrice. Le risposte non sono mai nelle immagini fotografiche, ma negli occhi di chi guarda. Cento stampe di questo lavoro sono state acquisite dall’Istituto Nazionale per la Grafica, che per l’occasione ospita la sua personale in contemporanea con la mostra della Maison Européenne de la Photographie di Parigi e con l’uscita del bel volume edito da Peliti.
Il corpo è come il testo, che il fotografo cerca di scoprire e decodificare”, afferma il curatore Gabriel Bauret. La dimensione fisica è, quindi, la mappatura di una spiritualità silenziosa, di mistero e rito.
Un gruppo di donne è riunito per celebrare il Lag Baomer in Israele; un altro, sulla Cordigliera andina peruviana, è in cammino lungo il pellegrinaggio del Saluto al Sole. In Etiopia, l’obiettivo inquadra le donne: ad Axum la più anziana sta imprimendo il segno della croce copta sulla fronte della più giovane; poi c’è la densità commovente che avvolge la figura femminile vestita di bianco, durante la veglia di preghiera a Harat. Per il resto sono i corpi maschili, spogliati o vestiti, a interpretare il sacro. Traspare la forza, l’energia, laddove sono l’intimità e la complicità a bilanciare il femminile.

L’utilizzo del bianco e nero fa parte di una scelta consapevole: “Vedo in bianco e nero, in luce e ombra; il colore mi distrae. È come scrivere in versi piuttosto che in prosa. Si utilizzano meno parole”.
Ogni immagine ha una sua storia a sé. La fotografa ricorda, in particolare, l’emozione provata a Konya, dove Rumi – massimo poeta sufi – nel XIII secolo fondò la setta dei dervisci rotanti: “Mi trovavo in un battistero scoperchiato dodecagonale. I dervisci iniziarono a girare. Ero così presa dalla scena che non riuscivo a fotografare”. Poi, però, come per qualsiasi altra immagine, Giorgia Fiorio ha preso le distanze dal ricordo: “Come mi sono staccata da tutte le altre immagini in cui ci sono dietro giorni di cammino, freddo pazzesco, oppure caldo, ragni ecc… C’è sempre un momento in cui l’immagine si cristallizza”.

Fotografare è una grande responsabilità per l’artista, ed è preceduta e seguita da un lavoro molto complesso di preparazione e post-produzione: “Scrivo molte note durante tutto il corso del lavoro, dai luoghi alle dinamiche dei rituali. Per ‘Il dono’, in particolare, ho lavorato molto insieme all’antropologa Vera Mantengoli. Nel libro, infatti, ci sono schede di riferimento con l’analisi di ogni rituale”.

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mostra visitata il 26 febbraio 2009


dal 26 febbraio al 26 aprile 2009
Giorgia Fiorio – Il dono 2000-2009
a cura di Gabriel Bauret
Istituto Nazionale per la Grafica – Palazzo Fontana di Trevi
Via Poli 54 – 00187 Roma
Orario: da martedì a domenica ore 10-19
Ingresso libero
Catalogo Peliti con testi di Gabriel Bauret, Daniele Del Giudice e Giorgia Fiorio
Info: tel. +39 0669980242; fax +39 0669921454; www.grafica.arti.beniculturali.it

[exibart]

Nata a Roma nel 1966, è storica e critica d’arte, giornalista e curatrice indipendente. Con Postcart ha pubblicato A tu per tu con i grandi fotografi - Vol. I (2011), A tu per tu con i grandi fotografi e videoartisti - Vol. II (2012); A tu per tu con gli artisti che usano la fotografia - Vol. III (2013); A tu per tu – Fotografi a confronto – Vol. IV (2017); Cake. La cultura del dessert tra tradizione Araba e Occidente (2013), progetto a sostegno di Bait al Karama Women Center, Nablus (Palestina). E’ autrice anche Taccuino Sannita. Ricette molisane degli anni Venti (ali&no, 2015) e Isernia. L’altra memoria – Dall’archivio privato della famiglia De Leonardis alla Biblioteca comunale “Michele Romano” (Volturnia, 2017).

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