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fino al 27.VII.2003 | I Musei Vaticani e l’arte contemporanea | Roma, Musei Vaticani

di - 10 Giugno 2003

Da sempre famosi e visitati per il loro patrimonio di arte antica di inestimabile valore, i Musei Vaticani aprono oggi i battenti anche all’arte contemporanea, riallacciando un legame che con l’epoca moderna si era apparentemente spezzato e stabilendo un’ideale continuità storica con le attività di mecenatismo e collezionismo da sempre proprie dell’istituzione pontificia. Ventitrè anni di acquisizioni che la curatrice Micol Forti ha affrontato non solo in vista di questa esposizione ma anche con approccio scientifico, intendendo questa occasione come un momento di studio e catalogazione di pezzi poco noti ma importanti. Ad accogliere il visitatore, in un allestimento minimale ma riuscito, c’è un dipinto di Marino Marini, La caduta dell’angelo che preannuncia il sacro che anima le opere in esposizione: le gocciolature di colore assurgono a metafora del tema trattato, ossia la dannazione cui è condannato l’angelo a causa della sua superbia. L’opera anticipa ciò che sembra essere il clou della mostra: opportunamente collocate al centro del percorso, troviamo due sculture dello stesso Marini, l’una di fronte all’altra, dialogano tra loro in silenzio, complice un’illuminazione quantomai drammatica. Da una parte un cavaliere, la cui essenzialità e la posa piuttosto innaturale fronteggiano un Giocoliere che ricorda l’iconografia di un Crocifissione o di un martirio di S. Sebastiano. E poi ancora il tema della maternità e dell’infanzia – affrontate dal movimento novecentista- che in questa sede sembrano riecheggiare antiche madonne col bambino. Accanto ad opere che potremmo definire politicamente corrette troviamo la discussa Crocifissione di Gerardo Dottori: le linee geometriche tendenti al decò si uniscono al contrasto bicromatico che evidenzia il pathos della scena. Non mancano ovviamente le celebrazioni di pontefici e cardinali che in alcuni casi risultano singolarmente ironiche: le linee caricaturali memori di Velasquez del Paolo VI di Delgado, oppure la posa improbabile e le forme opulente e levigate del Cardinale di Manzù.
La cronologia di questo viaggio non tralascia neanche uno sguardo agli ultimi decenni: la vibratile quasi optical superficie cromatica di D’Orazio è il contrappunto astratto delle figurazioni oniriche e visionarie di Sughi.Angeli, in pieno stile pop italiano, propone l’emblema delle chiavi di S. Pietro con semplici silhouette in oro e argento, mentre le terracotte di Vangi sembrano figure michelangiolesche che vogliono liberarsi dalla materia.
Il percorso di mostra appare ben definito nel suo snodarsi ma non eccessivamente rigido. Il criterio cronologico conduce il visitatore alla scoperta di una stratificazione del gusto che denota una discreta apertura mentale. Non è il cattolicesimo – come ci si potrebbe aspettare – il tema dominante ma il concetto di sacro inteso nella sua accezione più ampia: e le ieratiche figure ispirate all’arte egizia di Massimo Campigli sembrano tacitamente annuire a questo intento…

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marina valentini
mostra visitata il 22 maggio 2003


I Musei Vaticani e l’arte contemporanea, a cura di Micol Forti
fino al 27.VII.2003
Roma, Musei Vaticani, Città del Vaticano, 0669882804, www.christusrex.org/www1/vaticano/0-Musei.html , lun-ven ore 8,45-15,20; sab e ultima domenica del mese 8,45-12,20; chiuso domenica e festività vaticane (29 maggio, 19 giugno, 29 giugno) ingresso gratuito, Catalogo: De Luca Edizioni d’Arte


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