Alessandro Bulgini (1962, vive a Roma) ha fatto la sua scelta. Ha scelto di collocarsi in una condizione di isolamento, di lateralità. Proprio come quella degli eretici. Scelta che spesso si rivela congeniale al mestiere di pittore. Ha così iniziato, da qualche anno, una ricerca tecnica in grado di raccontare, attraverso il mezzo pittorico tradizionale, questa sua condizione. Già con la mostra allestita a Roma da Volume! nel 2003, in cui lo spettatore era costretto a prendere confidenza con un buio pestissimo prima di riuscire a scorgere i volti degli eretici sulle tele, erano stati enucleati i punti fondamentali di questa ricerca. Se messe a confronto, le due mostre sembrano addirittura essere il positivo e il negativo della stessa immagine, due diverse declinazioni della stessa riflessione. Qui però si sono aggiunti ulteriori elementi che, in maniera complementare, arricchiscono il concetto fino a darne una visione totale e totalizzante.
Preceduta da una performance sul Tevere, anello di congiunzione tra i due eventi, l’esposizione in galleria immerge il visitatore in un’atmosfera wagneriana e fantastica dove tutti gli elementi e i diversi media concorrono alla composizione generale. Ma per riuscire a individuare i protagonisti -gli eretici- bisogna fermarsi un secondo, prendersi una pausa, per vedere ciò che a colpo d’occhio non può essere visto, per percepire quello che è celato ai più. La nera “nave dei folli” è abbandonata su un fianco, come sopravvissuta ad un naufragio, dopo aver ormai trasportato gli eretici da una sponda all’altra. Fioche lampadine montate su un prezioso lampadario -come la lanterna magica o la luce di un faro- rischiarano a intermittenza le grandi tele.
Nere e lucide, rese pressoché specchianti da un lungo processo di smaltatura, possono ingannare e sembrare i “soliti” grandi monocromi. A questo punto anche per lo spettatore si pone il momento della scelta: passare distrattamente oltre o fermarsi qualche secondo in più. Aspettando il fascio di luce e scegliendo la giusta prospettiva, ecco che gli eretici affiorano lievemente sulla superficie, venendo fuori dal loro mondo di tenebra. Sono uomini, donne, giovani, anziani, con uno sguardo intenso, carico di significato e consapevolezza. Nudi, come spogliati da ogni velleità e accessorio di vanità, a riprova della loro scelta di essenzialità.
daniela trincia
mostra visitata il 7 novembre 2005
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bo! non si è capito nulla!!!