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fino al 30.III.2001 | Eternal White | Roma, Istituto di Cultura Giapponese

di - 26 Febbraio 2001

Colore non colore, o somma di tutti i colori, il bianco è simbolo di purezza in tante culture, ma per i giapponesi è il colore sacro.
Simbolo dello shintoismo, il bianco veste i sacerdoti e caratterizza gli arredi sacri dei templi. “Bianco come la neve ” è una delle espressioni più usate per indicare il raggiungimento ideale di grazia, purezza e sobrietà, sia essa stile di vita, che ideale estetico. Il suo uso quotidiano in Giappone ne sottolinea la considerazione: associato al rosso indica gioia, ma associato al nero indica tristezza, cordoglio, mentre rigorosamente bianca è la cravatta dello sposo nella cerimonia nuziale. Anche se oggi si sta notando un mutamento di gusto, verso un maggiore uso dei colori, sino a poco tempo fa il bianco era il colore preferito per le automobili così come degli elettrodomestici.

Bianca è anche la luce, e non è un caso che questa fosse parte essenziale di ogni casa tradizionale, che veniva illuminata da una luce soffusa, filtrata dalle finestre e porte di carta. Anche verso la luce oggi l’atteggiamento dei giapponesi è cambiato, e alla luce delicata e naturale, preferiscono quella bianca, fluorescente e decisamente più aggressiva.
Con questa esposizione, l’Istituto di cultura Giapponese ha raccolto opere di cinque artisti, per i quali il bianco è elemento essenziale della propria arte. Diversi per modalità espressive, per cammino artistico, generazione e stile, presentano opere differenti, ma nelle quali si può leggere il comun denominatore culturale.
Hidenori Majima , realizza dipinti con una tecnica che non permette di predefinire il risultato finale. Su supporti di forma circolare dipinti di blu, nebulizza dell’acqua, sulla quale poi cosparge poi della polvere di marmo che, diventando liquida al contatto con l’acqua, segue le inclinazioni della tela impresse dall’artista. Il risultato sono una sorta di nuvole bianche, che ricordano molto effetti naturali.e
Akiro Maeta presenta vasi in porcellana bianca, dalle forme pure ed essenziali. Pur essendo frutto di un lungo lavoro manuale, hanno forme così pulite che non sembrano eseguite a mano.
Isamu Noguci , è stato un grande designer giapponese, e qui sono esposte alcuni esemplari della serie “Akari ”, lampade realizzate in bambù e carta giapponese, dalle forme naturali. Progettate a partire dal 1951, le lampade Akari contano ormai un centinaio di modelli, famosi in tutto il mondo. La luce emessa da queste lampade è calda e naturale.
Di Yayoi Kusama, pittrice, sono esposte qui alcune tele monocrome, che appartengono alla serie delle Net Painting. Queste tele, dipinte bianco su bianco, prendono spunto da
alcune allucinazioni di cui era soggetta Kusama da adolescente, caratterizzate dalla visione ossessiva di punti bianchi.
Ultimo artista rappresentato in questa esposizione, Katsuya Komogata, adopera in maniera nuova e fantasiosa, l’antica arte del “Kirigami”, l’intaglio della carta. Le sue opere sono complicatissime e la loro realizzazione richiede tantissima abilità tecnica e pazienza. Poste su fondo nero, questi intagli di carta bianca sono ricami, sogni e visioni magiche, in cui è evocata la natura e l’immaginazione.

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slvia gabbani


Eternal White, dal 2 febbraio al 30 marzo; Istituto di Cultura Giapponese, via Antonio Gramsci 74. Tel. 06 3224754. Aperto da lunedì a venerdì, 9.00-12.30/ 14.00-18.30. Il mercoledì chiusura anticipata alle 17.30. Ingresso libero.

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