Richard Hughes, nato nel 1974 a Birmingham, esordisce in Italia –lo spazio è quello di RomaRomaRoma, che inizia così la sua season– con un’installazione minimale, fredda, come se ne vedono molte. Un sacco pieno di stracci, una bottiglia d’acqua appoggiata in un angolo, un materasso incenerito, una serie di stickers attaccati ad una colonna della galleria ed altri oggetti di rifiuto riciclati e reassemblati.
Percorrendo il breve corridoio all’entrata, la parete appare ricoperta di spilli con
Se la mensola col fiammifero perennemente acceso è divertente, altri lavori sono meno originali e interessanti come i tre cerchioni di bicicletta ripresi dai bordi di un’autostrada e ricontestualizzati nello spazio espositivo o una piccola scultura di una pantera in porcellana prima distrutta e poi riassemblata.
Una ricerca, quella di Richard Hughes, che per certi versi può ricordare Rachel Whiteread, autrice del famoso calco di una casa in via di demolizione, ma con un gesto più sottile, meno monumentale e sicuramente più estetico, riscontrabile tanto nelle opere quanto nell’allestimento.
Un artista su cui forse è prematuro dare un giudizio visto il ristretto numero di opere prodotte, ma che dimostra –almeno fin’ora- una ricerca meno originale di altri artisti
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